Goletta Verde - di Claudia Melani ( Slide Grosseto )

La conferenza stampa di chiusura della campagna di monitoraggio dei mari effettuata da Goletta Verde, si è tenuta anche quest’anno a Capalbio, presso lo stabilimento balneare “L’ultima spiaggia”, detto anche la spiaggia dei vip, teatro delle recenti manifestazioni di Legambiente contro il ripristino delle centrali nucleari in Italia.
La giornata del 16 agosto era caldissima e la Goletta è arrivata fischiando a vele spiegate: sotto una tettoia di legno (realmente molto rustica per essere parte dell’arredamento di una spiaggia vip) hanno preso posto Angelo Gentili, segretario nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, Barbara Meggetto, portavoce di Goletta Verde, Luigi Bellumori, sindaco di Capalbio e Andrea Di Stefano, responsabile delle relazioni istituzionali della Novamont, azienda sostenitrice dalla campagna di Goletta Verde insieme al Consorzio Ecogas.
La Novamont, creata dal gruppo Montedison con la missione “Chimica vivente per la qualità
della vita” (Living Chemistry for Quality of Life), è la casa produttrice dei sacchetti di plastica biodegradabili distribuiti dalla Coop: Andrea di Stefano, parlando della plastica biodegradabile, non ne fa semplicemente un elogio ma puntualizza sul fatto che, per salvaguardare le nostre acque, alla ricerca sulle nuove tecnologie deve essere sempre affiancato l’impegno all’informazione dei consumatori.
L’ inquinamento dei mari, presente ancora oggi in tante parti dell’ Italia, dipende in gran parte dal fatto che molti utenti scaricano ancora direttamente nei corsi d’ acqua o nel mare e che sono poco presenti gli impianti di depurazione: Barbara Meggetto parla dei risultati del monitoraggio effettuato durante i due mesi di sua permanenza a bordo della Goletta spiegandoci che, purtroppo, oggi i parametri di tolleranza sono troppo standardizzati rispetto a come dovrebbero essere perchè il Governo Europeo ha voluto fissare dei valori unici per paesi climaticamente molto diversi come, per esempio, la Danimarca e l’Italia: è chiaro che, in acque piu’calde, le colonie batteriche possano proliferare meglio che in acque fredde, ma i limiti di tolleranza fissati dall’Europa sono uguali per tutti e, ad oggi, abbastanza blandi rispetto a quelli di qualche anno fa.
Barbara Meggetto ha voluto inoltre richiamare l’attenzione dei presenti sull’incidente della Deepwater Horizon e sulla realtà del mare Mediterraneo che, essendo un mare chiuso, si trasformerebbe in un’unica macchia nera in una situazione simile.
“Nei nostri mari oggi operano 9 piattaforme da cui si estrae olio greggio. Due sono localizzate di fronte la costa marchigiana (Civitanova Marche - MC), tre di fronte quella abruzzese (Vasto - CH) e le altre quattro nel canale di Sicilia di fronte il tratto di costa tra Gela e Ragusa.
Considerando le attività delle piattaforme estrattive, delle 12 raffinerie e dei 14 grandi porti petroliferi italiani, ogni anno viaggiano nelle nostre acque territoriali oltre 343 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi. Cifre che fanno conquistare all’Italia un posto in prima linea in fatto di esposizione al rischio di incidente e sversamento di petrolio”.

A minacciare mare e litorali italiani, ci sono anche le speculazioni e il cemento lungo la costa. Come denunciato dal rapporto di Legambiente Mare Monstrum 2010, infatti, l’abusivismo edilizio su demanio marittimo nel 2009 è cresciuto del 7,6% rispetto all’anno precedente, facendo registrare ben 3.954 illeciti.
Oltre a case, ville, residence e alberghi vista mare, assediano le coste anche i progetti di porti. L’assalto degli approdi turistici infatti, si conferma uno degli escamotage più efficaci per urbanizzare la costa, derogando e aggirando i piani urbanistici. E tutto ciò nonostante lungo le coste del Belpaese siano già disponibili 130 mila posti barca e uno studio Ucina, l’associazione degli imprenditori della nautica aderente a Confindustria, elaborato nel 2008 stimi che, senza aggiungere un metro cubo di cemento in più sulle coste italiane, ma semplicemente riorganizzando, ristrutturando e adeguando i bacini già oggi esistenti lungo la Penisola, si potrebbero realizzare 40 mila nuovi posti barca, di cui 13.500 da realizzare entro sei mesi.

La conferenza stampa di chiusura della Goletta Verde è stata l’occasione per assegnare al sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori, la bandiera con le cinque vele per l’ottimo livello di sostenibilità e per la tutela dell’area costiera e del territorio aperto.