"I sette fuochi del tempio"

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"I sette fuochi del tempio"
l nuovo libro di Daniel Levin
di Elisabetta Bolondi

E' in libreria dal 9 settembre 2010 con il titolo “I sette fuochi del tempio”, la traduzione italiana del libro “The Last Ember” dello scrittore americano Daniel Levin (Casa Editrice Nord, prezzo: € 18.60).

Un romanzo fiume che raccoglie e unifica tutti i generi di moda possibili nella recente narrativa americana: giallo archeologico, spy story, thriller mozzafiato, romanzo storico, storia romantica, intrigo accademico, conflitto tra ebrei e arabi. Lo scrittore ha trascorso un anno a Roma e un periodo in Israele per rendere verosimili gli itinerari (quasi sempre sotterranei) in cui ambienta il suo romanzo, dalla trama complessa e intricata, principalmente a causa della vastità dei diversi piani del racconto.

Il protagonista della vicenda è Flavio Giuseppe, lo storico famoso per esser stato attivo sotto l’imperatore Tito all’epoca della distruzione del Tempio di Gerusalemme, nel ’79 dopo Cristo. Seguendo le sue tracce attraverso duemila anni di storia, veniamo trasportati quasi come in un sogno nella città sotterranea che corre sotto le mura dell’odierna Gerusalemme, nel sottosuolo di Ostia antica, sotto le fondamenta del Colosseo, sull’architrave dell’Arco di Tito, nei meandri abbandonati della Cloaca massima, alla base nascosta del Portico di Ottavia fino al sottosuolo del Tempio maggiore, la sinagoga di Roma. La moderna tecnologia, armi sofisticate, un complotto internazionale, istituzioni importanti come il Ministero dei Beni culturali, l’Iccrom e l’Onu, funzionari corrotti, servizi segreti, carabinieri, finti gladiatori, Cardinali di Santa Romana Chiesa, sono gli ingredienti del mix che Levin mette insieme per raccontarci la ricerca spasmodica della Menorah! originale, quel gigantesco candelabro d’oro a sette bracci che fortunosamente Flavio Giuseppe, trascinato schiavo per il trionfo dell’imperatore Tito, era riuscito a nascondere in un luogo misterioso, ricercato ossessivamente dagli ebrei da duemila anni.
Deciso a distruggere quell’oggetto preziosissimo, simbolo dell’identità e della sopravvivenza della comunità ebraica, Salah-din, un giovane arabo fanatico, compie i più efferati delitti, uccidendo e travolgendo nella sua furia devastatrice i resti della civiltà giudaico-cristiana sopravvissuti al fluire dei millenni. L’archeologa romana Emilia Travia, il suo ex compagno di studi e scavi Jonathan Marcus e il vecchio archivista ebreo sopravvissuto alla Shoah, Mosè Orvieti, compiono imprese mirabolanti, pronte per essere trasferite con successo assicurato su un set cinematografico.
Il libro si legge tutto d’un fiato e il suo pregio maggiore sta nella ricostruzione storica, davvero verosimile, di due millenni di lotta tra comunità religiose differenti per affermare la propria dignità su un palcoscenico internazionale di rapporti difficili tra diversi stati, diverse burocrazie e diversa sete di potere!
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