JOVANOTTI, genio musicale a impatto zero! ORA IN TOUR


IL GENIO MUSICALE ITALIANO A IMPATTO ZERO
JOVANOTTI A CAGLIARI
ORA” IN TOUR 2011 : IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG
di Alessandra Mura - Slide Sassari


Lo possiamo definire noi “Il più grande spettacolo dopo il big bang” , il concerto di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che è arrivato a Cagliari per una della sue ultime tappe del tour “a impatto zero” che insieme all’Enel, con questa iniziativa ambientale, favorisce lo sviluppo di sistemi produttivi, migliora le condizioni socio-economiche delle popolazioni locali e sviluppare la micro imprenditorialità locale, dalle pratiche forestali al coinvolgimento nelle lavorazioni agricole e nei vivai. Con questa iniziativa, infatti, le circa 6mila tonnellate di emissioni inquinanti prodotte in occasione dei concerti, saranno compensate con la posa a terra di 12 mila alberi nel villaggio di Mankin in Camerun. Dopo i ripetuti successi nella prima parte della lunga tournèe, la partecipazione al Bonnaroo Festival con una performance indimenticabile, le due serate in Sicilia prima a Taormina e poi ad Agrigento, Lorenzo arriva in Sardegna con un team di musicisti, videoartisti e ingegneri di scena per tradurre dal vivo in due ore e mezza, l’energia di “Ora” il nuovo disco, che dal giorno della sua pubblicazione è stabile ai vertici delle classifiche.
Accompagnato chiaramente dalla sua fidata e preziosa band : Saturnino, Riccardo Onori, Frank Santarnecchi, Christian Rigano, Leo di Angilla, Gareth Brown, “Ora Tour 2011” di Jovanotti è un vero e proprio show in 4D curato in ogni dettaglio. Luci e visioni ottiche strabilianti, nelle quali Jovanotti ha danzato e ha volato per tutto il tempo. Non si è fermato un attimo il Poeta dei nostri tempi: prima la tecno music delle sale disco, poi le rime di Ungaretti e il teletrasporto nel mondo della letteratura moderna. Il mega spettacolo ha coinvolto il pubblico in una sorta di viaggio a bordo dell’astronave Jovanotti, dove bisogna essere pronti a ballare, cantare, tenere il ritmo per più di due ore. Perché con la sua indiscussa crescita, personale e professionale il ragazzo de “La mia moto” è un artista capace di passare nell’arco di un concerto dal reggae al rap, dall’hip hop al funk, dalla dance al rock, senza esitazioni. Ma è anche un abile trasformista che si cambia i vestiti ogni mezzora passando da un abito da cerimonia candido e bianco, ad un completo da sala anni ’60, per finire poi con il verde di una giacca da cabaret. Sullo sfondo poi a rendere tutto ancora più spettacolare un maxi-schermo dove si sono alternate riprese in diretta, videoclip, immagini in 4d e persino effetti speciali di un impatto visivo incredibile.
Una scenografia stupefacente e un artista che ha saputo far emozionare un pubblico di oltre 10 mila persone venuto da ogni parte dell’isola per assistere alla sua performance in continua evoluzione. Se tutto ciò è il succulento contorno, i piatti forti, quelli che scaldano l’atmosfera, sono i suoi migliori successi, vecchi e nuovi: “Tutto l’amore che ho”, “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, “Io danzo”, “La porta è aperta”, “Bella”, “Non m’annoio”, “Ciao mamma”, “Ragazzo fortunato”, “L’ombelico del mondo” e altre ancora mentre allo stesso tempo lui dirige le danze, salta e ride. Gioca con gli spettatori, si avvicina alla telecamera che riprende il suo volto sorridente e sudato nel maxi schermo mentre sorseggia qualcosa di fresco in una tazza che riporta la scritta “I love Sardegna”.
E ai sardi è arrivato dritto al cuore quel messaggio cosi fra le righe, ma altrettanto forte; e ancora il grido di battaglia “Ajò”, mentre cavalca il palco con la bandiera dei 4 mori, e sguaina la spada del prode cavaliere, e sventola al cielo la conquista dei suoi traguardi. Un successo di ascoltatori e spettatori a Cagliari a firma della Società “Spettacoli e Musica” che ha voluto fortemente la presenza di questo carismatico genio della canzone italiana. Jovanotti ha sempre colpito per la sua straordinaria riservatezza ma al tempo stesso per questa esplosione di vita: i suoi concerti sono l’esatta ombra di quella che è la sua vita: mutamento di forme e colori, amore per la poetica e la semiologia del linguaggio, fusione di ritmi e tradizioni di tutto il mondo che rendono la sua musica cosi italiana e al tempo stesso cosi internazionale. E l’organizzazione bisogna sottolinearlo, è stata impeccabile.
Tutto ha funzionato per il meglio e anche la luna, che splendeva nel cielo sardo più lucente che mai, sembrava essersi fermata lassu’, sul palco della Fiera, a godersi la magia di note e parole. E’ stato un film denso di emozioni quello che Jovanotti è riuscito a trasmettere al pubblico di Cagliari. E ancora di più, a sottolineare la sua delicatezza e profondità d’animo, la sua interpretazione di quella che viene definita la più dolce canzone d’amore in lingua sarda “Non Potho reposare”. Un emozione condivisa da 10 mila persone, un momento di straordinario silenzio in quelle pause che sono più dolci delle parole. E dopo che i sardi si sono innamorati di lui, ecco irrompere ritmi caraibici e movimenti sensuali per quelle che sono le performance italiane più ballate del momento.

ORA “, IL NUOVO DISCO
Se dovessimo fare una critica del nuovo disco “Ora” che ha presentato nei suoi concerti, condito con vecchi e nuovi successi, dobbiamo sicuramente mettere in conto una trasformazione dell’artista, sia personale sia musicale. E’ stato un periodo molto duro per Lorenzo Cherubini. La morte della mamma ha lasciato un profondo vuoto che nemmeno la sua musica potrà colmare, ma al tempo stesso la sua voglia di rinascere lo ha portato verso la sperimentazione dance, tecno, direi anche soul. “Ora” ha un grande sound. Che non è solo dance o, meglio, non è esclusivamente dance. Ma elettronico, con tante sfumature. C’è “Un po’ di apocalisse e un po’ di Topolino”, in questo disco, come canta Lorenzo nella canzone di apertura, “Megamix”: l’apocalisse sono i suoni, ora incalzanti, ora più rilassati, ma comunque mai banali o scontati. Topolino è la melodia, a cui Lorenzo non rinuncia mai. Tutto ciò che Jovanotti riesce a trasmettere arriva da una parte all’altra del mondo. Ci sono canzoni molto nel suo stile , “Tutto l’amore che ho” e “Ora”, ma vestite di nuovo. Ci sono canzoni molto dance come “Spingo il tempo al massimo” o “Io danzo”, giocate su beat e sintetizzatori. Poi ci sono canzoni più tradizionali, come il rock di “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, le ballate “Le tasche piene di sassi” “L’elemento umano”; ci sono riferimenti alla canzone francese (“Quando sarò vecchio”) e alla musica etnica (“La bella vita”).
Ma ciò che dice Lorenzo del suo disco ci lascia pensare che tutto ciò che sembra banale in verità è una ricerca di positività, armonia, leggerezza e spensieratezza, che purtoppo oggi non riusciamo ad avere, poiché siamo soffocati dalle difficoltà economiche e dalla delusioni del nostro sistema politico sociale. Dice anche che questo, più che un album, è una playlist. E’ un disco allegro e pieno di cosmologia, ma soprattutto è un disco che mette allegria, “Ora”. Questo è probabilmente il miglior sostantivo temporale che può identificare la sua musica. Jovanotti è, Ora, la positività di cui il mondo ha bisogno.