ZELIG, un gesto può cambiare il mondo


Un gesto può cambiare il mondo!I COMICI DI ZELIG SI MOBILITANO!
Con una canzone, per aiutare i terremotati dell’Aquila.
di Tommaso Torri


Vincenzo Torelli è un autore, attore, compositore ed arrangiatore, nonché firma di diverse sigle televisive, colonne sonore e canzoni. Nel 2005 con la canzone “Un gesto può cambiare il mondo” vince l’ADM Awards come miglior compositore internazionale premiato da Vladi Tosetto autore di Giorgia, Ramazzotti, Morandi, Joe Cocker ed altri. Vincenzo è sempre stato molto attento e molto sensibile nei confronti di chi è in difficoltà e nel 2006 esce il singolo “Undici eroi”, la canzone del Torino che raccoglie fondi per i bambini bisognosi e anche la canzone “Senza catene”, cantata in coppia con Don Vito (disco d'oro EMI 1995), raccoglie fondi pro bambini.
Testimonial della canzone sono stati anche Marco Berry delle Iene ed Arturo Brachetti per fondazione SALES. Da poco è uscito il suo ultimo singolo, che è più che altro un “revival” de “Un gesto può cambiare il mondo”, prodotta da Torelli in collaborazione con gli artisti di Zelig, Colorado Cafè e altre trasmissioni tv, per raccogliere i fondi a sostegno dell’Aquila, ancora sconvolta dal sisma dello scorso anno. Vincenzo ha dichiarato, in occasione dell’uscita del singolo, di voler aiutare la sua città natale, L’Aquila per l'appunto, proprio grazie a questo piccolo gesto che, se sostenuto da molti, magari non cambierà il mondo, ma di sicuro aiuterà chi ancora vive in condizioni disagiate a causa del terremoto.
Sono state numerose le iniziative che hanno cercato di sostenere gli aquilani subito dopo il sisma (come il concerto-evento organizzato da Laura Pausini e le “Amiche per l’Abruzzo”), e di certo quella di Vincenzo sarà un’altra goccia nell’oceano che vuole aiutare chi è stato colpito dalla forza distruttrice della natura. Ma c’è qualcosa di più nella canzone di Vincenzo: c’è la passione di un aquilano puro, che si è sentito colpito nel personale, nell’anima, che ha visto letteralmente crollare i luoghi della sua infanzia in una frazione di secondo, inghiottiti dal nero della notte che ha sorpreso giovani vecchi e bambini strappandoli dai loro letti e, in molti casi, dalle loro vite. Passione, amore, tristezza e musica si sono mescolati insieme per creare questa canzone, arricchita dalla partecipazione degli altri artisti che solitamente ci fanno sorridere, ma stavolta vogliono farci riflettere su quanto un piccolo gesto possa aiutare il prossimo in modo decisivo. Abbiamo intervistato Vincenzo Torelli per conoscere in che modo sia nato il progetto e come abbia vissuto il terribile disastro de L’Aquila.

Dove si trovava al momento del terremoto?
Quella notte ero a Torino e, quando mi sono svegliato, ho sentito la notizia. È iniziata subito la paura e la preoccupazione per i miei parenti che si trovavano a casa e non mi rispondevano più al telefono; mi sono anche dovuto rivolgere a “Chi l’ha visto?” per cercarli e, solo dopo 10 giorni sono riuscito a mettermi in contatto con loro.

Quali sensazioni ha provato in quei momenti drammatici?
All’inizio mi sono sentito come stordito, poi man mano che passavano le ore e che le notizie diventavano sempre più drammatiche una sensazione di vuoto e di impotenza prendevano il sopravvento. Ricordo come il pensiero andasse a tutte le persone che erano lì e che magari avevo incontrato nella mia vita, ai miei familiari a come il fatto di non riuscire a mettermi in contatto con loro aumentasse queste sensazioni. Ero impotente ed arrabbiato, si perché era da un mese che si avvertivano le scosse, ma nessuno fece nulla. Dopo alcuni giorni è subentrata la rabbia che, devo ammetterlo, provo ancora oggi: a distanza di 2 anni dal sisma mi sembra che il dramma della città sia caduto nel dimenticatoio e, quando vedo alla televisione o sui giornali le immagini de L’Aquila, ridotta ancora un cumulo di macerie, mi si stringe il cuore.

Crede che lo Stato italiano abbia fatto abbastanza per L’Aquila e i suoi cittadini?
Io credo che, probabilmente, ci sia stata una disorganizzazione nella distribuzione degli aiuti economici: so per certo che sono arrivati moltissimi soldi, grazie anche alla solidarietà degli italiani, ma, a sentire le istituzioni locali, queste non hanno ricevuto quanto raccontato dalla televisione.

Come è nato il progetto musicale “Un gesto può cambiare il mondo”?
Sono sempre stato attento alla solidarietà e non potevo restare impassibile davanti ad una tragedia a me così vicina, così ho telefonato ad alcuni amici cabarettisti e gli ho proposto di cantare questa canzone, devo dire che gli artisti di Zelig, Colorado e di altre trasmissioni Tv hanno fatto il passaparola e si sono subito resi disponibili. In realtà il titolo è una frase fatta ma, da aquilano, mi è venuto spontaneo rendermi utile con la musica che rappresenta tutta la mia vita.

Quali altre iniziative vorresti portare avanti a sostegno dei terremotati e delle città colpite dal sisma?
Stiamo lavorando ad un progetto molto più ampio ed ambizioso legato alla canzone, che richiede tempo e un importante sforzo: vorremmo realizzare un grosso spettacolo nella piazza de L’Aquila per raccogliere dei fondi. Oltretutto sono stato contattato da una emittente radiofonica neozelandese che sta trasmettendo la mia canzone e che ha sede in una città colpita a sua volta da un terremoto. Sarebbe bello coinvolgere questa realtà per cercare di portare avanti un gemellaggio rugbistico e cercare di far venire a L’Aquila gli All Blaks.