La
magia per un sorriso.
MARCO
BERRY e la sua Onlus 'Magic for Children'
“Non
voglio essere ricco, voglio solo vedere il sorriso dei miei figli”
I progetti
della Onlus: L’ospedale pediatrico in Somalia
di Alessandra Mura –
Direttore Editoriale Slide
Marco Berry,
volto ormai popolare delle Iene, questa volta non smaschera
millantatori o ladruncoli ma costruisce un sorriso per ogni bambino
che ha il diritto di crescere sano e in salute. Intervistatore
d’assalto, per un giorno si fa intervistare da Slide Italia e ci
racconta il suo grande progetto: la nascita della sua onlus “Magic
For Children”, che servirà per concretizzare importanti opere di
vita come la costruzione di un ospedale pediatrico infantile in
Somalia, luogo in cui il tasso di mortalità infantile è il più
alto del mondo. Ma non solo, opere come queste, verranno seguite da
altri impegni sociali e umanitari che vogliono restituire un sorriso
ai bambini, a tutti i bambini che hanno diritto alla salute, che sono
il vero motivo di vita, di speranza, di crescita umana e sociale del
nostro paese.
Marco Berry,
dalla magia, allo spettacolo al suo grande amore per i bambini: Com’è
nata la Onlus “Magic for Children?
“Dico sempre di essere
stato molto fortunato. Faccio il lavoro che voglio, ho due bimbe
bellissime sane e divertenti, sto bene di salute. Il risultato è
che posso avere la forza necessaria per occuparmi di ciò che amo di
più, e cioè i bambini. Tutti gli anni restituisco questa fortuna
come posso: faccio spettacoli, presento, batto l’asta, lo faccio
per un mucchio di Associazioni. La mia parte sociale salta sempre
fuori: mi ha fatto fare programmi come Invincibili, Invisibili...
Con le iene , con la tv che è un mezzo potente che ti da la forza in
più per arrivare a tante persone contemporaneamente,sono riuscito a
smascherare tante truffe e affari sporchi, ma ho sempre volto la mia
attenzione a qualcosa che più mi stava a cuore, la salute e la
felicità di un bambino che sorride.
La Tv ti ha aiutato.
Tramite la tv ho saputo
raccontare in maniera a volte ironica e divertente spaccati di vita
anche tristi e negativi, ma ho usato il sorriso, grazie a programmi
come Le Iene, per sdrammatizzare e arrivare prima al cuore delle
persone. Non bisogna mai essere troppo retorici e neanche
superficiali. Racconto quello che vedo senza dover far lacrimare per
forza, con l’onestà intellettuale e il rigore dell’informazione.
E da qui sono partito per far crescere un sogno e un’obbiettivo:
recuperare forze, energie umane e economiche che serviranno per far
crescere la speranza di vita a chi, soprattutto i bambini, non sono
stati fortunati. Basta andare in un reparto oncologico o
cardochirurgico infantile per rendersi conto di tanta sofferenza e
ingiustizia. Ho solo voluto dedicare la mia vita a questo impegno.
“Magic for Children” La magia è
stato il tuo primo amore. E’ vero che uno dei primi obbiettivi in
auge è assumere due maghi nei reparti oncolgici pediatrici?
Nonostante il lavoro che faccio sono
una persona timida e riservata. Io nella vita ho due bambine, il mio
pensiero di base è che i bambini non hanno colore della pelle o
sulla lingua, sono i nostri bambini, la nostra speranza il nostro
futuro, la nostra ricchezza, dovrebbero avere per diritto una cosa
fondamentale che è il sorriso. Il sorriso che non hanno è una
perdita per tutti. La Onlus, cerca di restituire ciò che dovrebbero
avere per diritto. il primo progetto è quello su cui stiamo
lavorando e si tratta dell’ assunzione di due maghi che studino dei
giochi e che tutte le mattine vadano al Regina Margherita di Torino,
nel reparto oncologico e cardochirurgico.
Da dove è partito il progetto
dell’Ospedale in Somalia?
Ho conosciuto il
professor Abruzzese quando mia figlia è stata operata al cuore. E
insieme è partito un progetto al Regina margherita di Torino, dove
ci adoperiamo per recuperare risorse e costruire importanti apparati
di supporto, come le camere che ospitano le famiglie più povere che
seguono i loro bambini in ospedale e che non possono permettersi di
pagare un albergo. Ma poi, insieme ad altri grandi cuori e cervelli,
abbiamo pensato. Perché non raccogliamo le energie in un grande
progetto?
E da questo è partito
il tutto..
Nasce cosi l’idea della
Onlus a nome mio, nonostante fossi titubante in un primo momento,
perché non volevo fosse vista come un operazione di visibilità nei
miei riguardi. Ho capito però in seguito che poteva funzionare.
Incontrai un gruppo di amici a Ottobre del 2011. Ognuno mette insieme
quello che ha per creare un obiettivo comune: Giorgio Risi, Guido
Avigdor, il vicepresidente Giorgio Merlone, Matteo Migliano, e
Cristina Cavagnero (questi ultimi si sono inventati il trofeo
dell’Amore di tennis in carrozzina). Il Professor Abruzzese a
fine Novembre mi fa conoscere il professor Regge, il primario di
Radiologia di Calgliolo, un eccellenza piemontese, numero uno per la
ricerca sul cancro. Da qui mi legai molto ad un progetto importante
nato da un altro uomo eccezionale morto qualche anno fa.
Puoi parlarcene?
Si tratta del Dott.
Mohamed Aden Sheikh. In Somalia Aden fu ministro, per il suo pensiero
critico venne incarcerato nel periodo della dittatura e dichiarato
per questo da Amnesty International “prigioniero dell’anno” nel
1984. In Italia Aden è stato medico e consigliere comunale a Torino.
L’obbiettivo di Mohamed era di costruire un ospedale pediatrico
gratuito in Somaliland (regione somala, regione dell’amore che si è
autoproclamata stato anche se non è ancora riconosciuta) , il paese
della Somalia dove sono tutti molto in pace, dove non c’è
conflitto. Per chiudere il progetto servivano 500 mila euro
necessari al completamento della struttura ospedaliera. E non so
come, ma sono riuscito a trovarli.
Complimenti Marco, una
grande iniziativa che scalda i cuori. Raccontaci ancora qualcosa in
merito.
Sono andato in Somalia a
fine gennaio , dove ho visto che è ripartito il cantiere. La
Somalia, ha il tasso di mortalità infantile più alto: i bimbi
muoiono di malnutrizione, di dissenteria, di malattie al di sotto dei
5 anni. Il nostro obbiettivo è costruire l’ospedale che voleva
Mohamed: attualmente nell’ospedale che esiste già, ci sono capre
cani che girano indisturbati nei reparti e immondizia dappertutto, i
medici ci passano solo di striscio perché vanno a lavorare in
clinica dove sono pagati e hanno uno stipendio serio. Il progetto non
è solo pediatrico ma, riuscirà a dare lavoro anche ai medici
scappati per la diaspora,è un progetto ambizioso che si concluderà
entro ottobre 2012.
Ovviamente l’Ospedale
dovrà essere mantenuto e mandato avanti negli anni. Quali sono i
prossimi impegni ?
Per
il prossimo evento stiamo lavorando alla realizzazione di un Galà di
atletica leggera , previsto per il 25 Maggio pv. Le squadre si
sfideranno in diverse discipline, ci sarà da ridere, da divertirsi e
soprattutto lo faremo per ottenere un grande risultato per il
progetto Somalia.