Essere vittime di persecuzioni o pressioniStalking
Diventato un reato, oggi tutela le vittimedi Arianna David
Quello che le Donne non dicono, una delle più belle canzoni che sia mai stata scritta per noi, autore il cantante Enrico Ruggeri.
Ho voluto iniziare così l' argomento che sto per trattare perchè è un'argomento non facile e che purtroppo riguarda la maggior parte delle persone che in questo momento mi stanno leggendo.
L'argomento ha un nome, STALKING.
Questa parola inglese che può sembrare quasi COOL, invece nasconde nel suo significato una delle cose più pesanti che la nostra società stà vivendo oggi e che nella maggior parte dei casi riguarda appunto noi DONNE.
La persecuzione, la privazione della propria libertà, la paura di uscire da casa da sole, di rispondere al telefono o di rincasare la notte dopo una cena tra amici, con la paura che l'OMBRA , ci possa colpire da un momento all' altro.
Nella maggior parte dei casi lo STALKING viene perpetrato da persone a noi familiari, un ex marito un ex fidanzato un pazzo e la maggior parte delle volte purtroppo non c'è sempre un lieto fine.
Ci viene suggerito di sporgere denuncia, ma poi, quando l'OMBRA è davanti a noi chi ci salva?
Questo argomento riguarda anche me in prima persona visto che io di STALKER accertati ne ho ben ventidue. Da prassi ho sempre sporto denuncia ai Carabinieri, per le continue telefonate notturne e diurne da non so chi, tra minacce, videochiamate oscene e inseguimenti in autostrada.
Ho vissuto e vivo ora molto meno nella paura di essere colpita dall'OMBRA e di non essere in grado di difendermi. Ho paura...questo basta a far capire che stato d 'animo uno prova.
Dopo due anni di indagini seguite dal Mar. DELFINO e vari avvocati è iniziato il processo ai primi due STALKER che ovviamente non si sono presentati, ma la strada è ancora molto lunga visto i tempi che ci impiega la giustizia italiana. Però voglio anche dire che dopo due anni le telefonate non ci sono più state, e nemmeno minacce nè quant' altro ne consegue.
Mi chiedo del perchè queste situazioni le dobbiamo vivere NOI DONNE, noi così indifese noi così immense, noi cosi deboli, perchè queste OMBRE devono renderci la vita invivibile, impossibile?
Perchè dobbiamo rischiare la vita se vogliamo lasciare un marito, un fidanzato, o se semplicemente ci ribelliamo? Ma chi siete voi OMBRE? Dei mostri, senza aggiungere altri aggettivi. Noi donne siamo siamo stupende, delicate, forti e allo stesso tempo il vostro bersaglio, voi che non sapete gestire le vostre emozioni tramutandole in rabbia, raptus.
Ho cercato di proteggermi da sola dopo le denunce. Ad esempio quando rincasavo la notte
tenevo sempre in mano il cellulare con il numero pronto del Maresciallo DELFINO che sta seguendo le indagini. Si può vivere così?
Ora finalmente, e ci tengo moltissimo a parlarne, perchè credo sia una cosa molto importante, ho tra le mani un LOCALIZZATORE TASCABILE. Vi chiederete cos'è?
E' un piccolo apparecchio tascabile che monitorizza ogni nostro spostamento attraverso il satellite, come il satellitare della macchina.
In caso di aggressione si schiaccia un pulsante posto sopra l'apparecchio che è collegato con la centrale operativa della società che gestisce il sistema e loro che sanno dove sei ti chiamano immediatamente e se non rispondi nel giro di pochissimi minuti hai le forze dell ordine sul posto dell'aggressione.
Questo apparecchio è utile anche contro i sequestri. Ottimo per anziani o bambini.
E' piccolo lo tengo in tasca e ora quando esco sono più tranquilla. Di sicuro mi fa sentire molto più sicura di me
BENE credo di essere arrivata alla conclusione e ci tengo a dirvi a tutte voi..che ce la possiamo fare! Non arrendiamoci mai, perchè l OMBRA si può sconfiggere.
SCHEDA 1
Stalking (IPA: ['stɔːkɪŋ])
è un termine inglese che
indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge
un'altra persona, perseguitandola e generandole stati
diansia e paura,
che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della
quotidianità..
Questo tipo di condotta è penalmente rilevante
in molti ordinamenti;
in quello italiano la fattispecie è
rubricata come atti persecutori (articolo 612 bis del Codice
penale),
riprendendo una delle diverse locuzioni con le quali è tradotto il
terminestalking.
Il fenomeno è anche chiamato sindrome del molestatore assillante.
Il
termine inglese stalking,
suggerito dalla letteratura scientifica specializzata anglofona in
tema di molestie assillanti, intende un insieme di comportamenti
molesti e continui, costituiti da ininterrotti appostamenti nei
pressi del domicilio o degli ambienti comunemente frequentati dalla
vittima, ulteriormente reiterati da intrusioni nella sua vita privata
alla ricerca di un contatto personale per mezzo di pedinamenti,
telefonate oscene o indesiderate.
Include,
inoltre, l'invio di lettere, biglietti, posta
elettronica, SMS e
oggetti non richiesti; più difficile è l'attribuzione del reato
di stalking a
messaggi indesiderati di tipo affettuoso - specie da parte di
ex-partner o amici - che può variare a seconda dei casi personali.
Oppure producendo scritte sui muri o atti vandalici con il
danneggiamento di beni, in modo persistente e ossessivo, in un
crescendo culminante in minacce, scritte e verbali, degenerando
talvolta in aggressioni fisiche con il ferimento od, addirittura,
l'uccisionedella
vittima. Tutto ciò, o parte di esso se compiuto in modo persistente
e tenace in modo da indurre anche solo paura e malessere psicologico
o fisico nella vittima, sono atti
persecutori,
e chi li attua è un persecutore:
un soggetto che commette un atto criminale, in alcuni Paesi punito
come tale dalla legge. Si differenzia dalla semplice molestia per
l'intensità, la frequenza e la durata della variegata congerie
comportamentale.
Da
un punto di vista etimologico, il termine stalk è
variamente traducibile nella nostra lingua come "caccia in
appostamento", "caccia furtiva", "pedinamento
furtivo", "avvicinarsi furtivamente", "avvicinarsi
di soppiatto" (a selvaggina o nemici). La parola stalker è
traducibile come "cacciatore all'agguato", "chi avanza
furtivamente". Questi termini non chiariscono sufficientemente
il significato anglosassone che è dato agli stalker che
pedinano la vittima per scopi puramente molesti. Il verbo to
stalk è
altrettanto traducibile col significato di "inseguire
furtivamente la preda" e deriva dal linguaggio tecnico-gergale
venatori. Letteralmente stalking significa "fare la posta",
"inseguimento".
Non
esiste una definizione generalmente accettata di stalking,
ma così come enunciato da studiosi delle molestie assillanti di
lingua anglofona è comunque colui che si "apposta", che
"insegue", che "pedina e controlla" la propria
vittima. Il termine "inseguimento" è quello più
largamente usato e tradotto. Quest'ultima definizione sembra la più
vicina al comportamento tipico del molestatore assillante che è,
infatti, quello di seguire la vittima nei suoi movimenti per poi
intromettersi nella sua vita privata. Un'altra traduzione molto usata
di "stalking" è "persecuzione", così come lo
stalker è chiamato "persecutore" e la vittima
"perseguitato"
Nel
lessico accademico si ricorre a differenti definizioni scientifiche.
I termini recentemente impiegati in varie lingue, per coprire l'area
semantica dell'intrusione relazionale ripetuta e assillante, sono
numerosi e appartengono a vari contesti come
quello criminologico, psichiatrico, psicologico e legislativo.
Nella
lingua inglese oltre a stalking sono
usati i termini obsessional
harassment, criminal
harassment, obsessional
following, obsessional
relational intrusion;
nell'italiana, greca e francese: molestie
assillanti, dioxis, harcèlement
du trosième type,
etc.. Nella disamina della letteratura corrente il
termine harassment è
molto spesso ricorrente; deriva dal verbo to
harass,
col significato di "tormentare", "molestare",
"opprimere". harassment
criminale è
difatti il reato della molestia e della persecuzioni sanzionato nei
Paesi delcommon
law.
SCHEDA 2
CRIMINOGENESI : Il persecutore o stalker può essere un estraneo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, un ex-compagno o ex-compagna che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito. In altri casi ci si trova, invece, davanti a persone con problemi di interazione sociale, che agiscono in questo modo con l'intento di stabilire una relazione sentimentale imponendo la propria presenza e insistendo anche nei casi in cui si sia ricevuta una chiara risposta negativa(vedi infra). Meno frequente il caso di individui affetti da disturbi mentali, per i quali l'atteggiamento persecutorio ha origine dalla convinzione di avere effettivamente una relazione con l'altra persona. Questi soggetti manifestano cioè sintomi di perdita del contatto con la realtà e sette volte su dieci hanno un’organizzazione di personalità borderline[8]. Solitamente questi comportamenti si protraggono per mesi o anni, il che mette in luce l'anormalità di questo genere di condotte.
Il
"Centro Presunti Autori – Unità Analisi Psico Comportamentale
dell'Osservatorio Nazionale sullo Stalking"
(CPA), un'organizzazione italiana che segue il fenomeno, ha proposto
un profilo del presunto autore e una descrizione delle condotte
riferibili allo stalking,
o meglio un identikit psico-comportamentale, con il presupposto che
qualsiasi categorizzazione può risultare riduttiva dell’unicità e
irripetibilità della persona. Secondo la CPA, oltre il 50% degli
persecutori ha vissuto almeno una volta nella vita l'abbandono,
la separazione o
il lutto di
una persona cara che non è riuscito a razionalizzare.
In
base a una ricerca a campione (5%) svolta dall'Istituto
di ricerca psicosociale sulla
popolazione di pre-adolescenti e adolescenti, circa 800 individui di
entrambi i sessi dai 13 ai 17 anni hanno soddisfatto i possibili
predittori di future condotte persecutorie e violente.
Secondo
gli studi della Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi
Criminologiche dei Carabinieri,
gli stalker potrebbero
inquadrarsi (a stretti, pragmatici fini di polizia) in cinque
tipologie:
- il "risentito", caratterizzato da rancori per traumi affettivi ricevuti da altri a suo avviso ingiustamente (tipicamente un ex-partner di una relazione sentimentale);
- il "bisognoso d'affetto", desideroso di convertire a relazione sentimentale un ordinario rapporto della quotidianità; insiste e fa pressione nella convinzione che prima o poi l'oggetto delle sue attenzioni si convincerà;
- il "corteggiatore incompetente", che opera stalking in genere di breve durata, risulta opprimente e invadente principalmente per "ignoranza" delle modalità relazionali, dunque arreca un fastidio praticamente preterintenzionale;
- il "respinto", rifiutato dalla vittima, caratterizzato dal voler contemporaneamente vendicarsi dell'affronto costituito dal rifiuto e insieme riprovare ad allestire una relazione con la vittima stessa;
- il "predatore", il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime che può rendere oggetto di caccia e possedere dopo avergli incusso paura; è una tipologia spesso riguardante voyeur e pedofili.