Il
Super Business del 2013
Le
Sigarette Elettroniche
Boom
di vendite. Ma funziona?
a cura di Tommaso Torri
È stato uno degli oggetti più
acquistati e regalati dello scorso Natale quando, in pochissimi
giorni, ogni città italiana ha visto spuntare come funghi i negozi
che le vendevano. Di pari passo si è scatenata una campagna pro o
contro e, su tutti i media, si è iniziato a parlare del fenomeno
legato alle sigarette elettroniche. Il funzionamento di queste
apparecchiature è abbastanza semplice: quando l'utilizzatore inala
attraverso il filtro, il flusso d'aria viene individuato da un
sensore presente nella batteria che cosi viene attivata. Questa una
volta attivata alimenta il vaporizzatore (cartomizzatore) che
riscalda la soluzione liquida, contenuta in una cartuccia presente
nel "filtro" o in un apposito serbatoio, denominato "Tank",
che provvede a inumidire un avvolgimento ad archetto presente sulla
sommità del cartomizzatore stesso. Il vapore generato viene cosi
inalato dall'utilizzatore, che ne trarrà la sensazione anche visiva
di fumare una sigaretta di tabacco. Nei liquidi utilizzati per
“caricare” la sigaretta elettronica, oltre a vari aromi
alimentari, è presente anche della nicotina che dovrebbe fornire al
fumatore la stessa quantità che assorbe con una normale “bionda”.
L’e-cigarette, inoltre, viene pubblicizzata come uno dei sistemi
più validi attualmente sul mercato per cercare di liberarsi dal
vizio del fumo. L'obiettivo della sigaretta elettronica è quello di
"imitare" una sigaretta dando al fumatore delle sensazioni
simili a quelle che ha con le sigarette tradizionali, e in teoria non
dovrebbe avere pericoli per la salute dal momento che non avrebbe le
4800 sostanze chimiche diverse, di cui 69 cancerogene, presenti in
una sigaretta tradizionale. Il
prezzo varia naturalmente in base al modello e del produttore: negli
Stati Uniti si possono spendere dai 60 ai 150 dollari, mentre in
Italia la spesa media può variare dai 20 ai 100 euro, per quanto
riguarda le sigarette elettroniche che si trovano in farmacia (senza
nicotina) e nei rivenditori specializzati dove si trovano anche i
vari liquidi con un contenuto variabile di nicotina.
Il Ministero della Salute ha spiegato che “non si possono escludere effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età”. Il punto principale riguarda la possibile pericolosità del vapore inalato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha detto inoltre che non è ancora possibile stabilire scientificamente se questi dispositivi siano realmente efficaci per smettere di fumare e, a oggi, non ci sono elementi per stabilire la sicurezza del loro utilizzo. Nel febbraio del 2010 il ministero della Salute ha stabilito che tutti i prodotti devono comunque essere etichettati e indicare la concentrazione della nicotina, che rimane comunque un vasocostrittore. È stato dimostrato però che le sigarette “normali” contengono circa 4mila sostanze, tra cui diverse cancerogene e tossiche, anche se, per quanto riguarda le sigarette elettroniche, non ci sono studi che abbiano chiarito se e quanto faccia male il vapore inalato nei polmoni nel lungo periodo. In Italia l’uso delle sigarette elettroniche non è regolamentato in maniera chiara e univoca, a parte il fatto che sono vietate ai minori di 16 anni. In Italia l’uso è vietato in maniera specifica soltanto sui treni (in base a un regolamento autonomo) e a livello mondiale su tutti i voli aerei, con un’unica eccezione: dal 2009 Ryanair consente di fumare le sigarette elettroniche ma solo quelle vendute da loro, che non fanno fumo e non hanno la batteria. Per quanto riguarda i cinema non esiste un divieto ufficiale. Lo stesso vale per i ristoranti, i bar e le discoteche. A dicembre era stato proposto un emendamento al decreto legge sviluppo per stabilire il monopolio della vendita delle sigarette elettroniche soltanto nelle tabaccherie e nelle farmacie, ma dopo la discussione parlamentare l’emendamento non è passato. Al momento, quindi, la compravendita è libera, anche per quanto riguarda i contenitori di nicotina. I dubbi sul funzionamento e sulla reale efficacia della e-cigarette per smettere di fumare ci sono anche se, come riportano le ultime notizie delle cronaca, molti tabaccai hanno rilevato un crollo delle vendite di sigarette normali in concomitanza con il boom delle nuove apparecchiature.
Con l’arrivo delle nuove sigarette
sono partiti anche i primi sequestri da parte dei carabinieri del Nas
che, in varie città italiane, hanno scoperto ingenti quantitativi di
ricariche a base di nicotina e di parti dell’e-cigarette non a
norma. La principale violazione contestata dai militari dell’Arma
riguarda l’etichettatura inadeguata, in particolare per l’assenza
di istruzioni in italiano e l’assenza del numero di telefono del
responsabile dell’immissione in commercio del prodotto,
classificato come pericoloso. La nicotina sintetica liquida sarebbe
estremamente pericolosa (venefica) nei casi di ingestione o contatto
con la pelle per cui la manipolazione del prodotto, ad esempio nel
momento della ricarica di una sigaretta elettronica, è un momento
critico per il quale è sempre consigliabile l’utilizzo di guanti
protettivi in lattice, così come viene riportato nelle etichette di
tali liquidi. Le problematiche relative alle sigarette elettroniche
si riferiscono all’assenza della marchiatura CE che garantisce la
qualità costruttiva della stesse, mentre le irregolarità
riscontrate sulle etichette dei liquidi concernono i “consigli di
prudenza” obbligatori, spesso mancanti, le “frasi di rischio”
necessarie e non riportate, le dimensioni dei “pittogrammi di
pericolo”, normalmente risultate inferiori a quelle prescritte
dalla normativa vigente.