BEPPE GRILLO : Il suo ultimo spettacolo - la recenzione

Beppe Grillo is back”
Sold Out per il comico genovese: “E’ l’ ora della rivoluzione”
Ai sardi: “siete i pastori più incazzati d’Europa”
di Alessandra Mura - Slide Sassari


C’era da aspettarselo che Beppe Grillo sparasse a zero sul sistema politico economico e finanziario, ma ha fatto di peggio: munito di spray antizanzare, ha mitragliato il pubblico disinfettando da ogni possibile contaminazione. Ne aveva per tutti il comico genovese, che da cinquant’anni, racconta alla gente le malefatte dello stato, scoperchiando i pentoloni che bollono e spogliando di saggezza chi ci governa.
Sold out all’Anfiteatro Ivan Graziani ad Alghero. Le due tappe organizzate da Sardegna Concerti e Zed Entertainment, hanno doppiato il successo invernale del comico genovese, che ama la terra sarda da sempre e alla quale ha lanciato un grido disperato: “Voi siete gli uomini più fortunati del mondo: avete tutto, avete il porceddu, il pane carasau, l’olio, il mare e il sole.. chi ve lo fa fare a rompervi i coglioni con il polo chimico e la bauxite? “Anche le zanzare non sono di qui -ha sottolineato Grillo provocando il pubblico- quelle sarde ti danno una testata prima di lasciarti un echimosi dolorosa”. E tra una risata e l’altra, davvero non c’era nulla da ridere. Nemmeno l’ex governatore Soru e l’attuale Presidente Cappellacci sono stati risparmiati dalla scure verbale del rivoluzionario: il primo è stato cacciato non dalla destra ma dalla stessa sinistra. Il secondo non è ne buono ne cattivo ma fa quello che gli dicono di fare.
E intanto Grillo continua: “i sardi saranno spazzati via da uno tsunami di casini: Porto cervo ha aumentato il cubaggio di cemento ma persino gli ombrelloni vip sono in crisi, la protesta dei pastori non è nemmeno sbarcata a Civitavecchia perché le forze di polizia li hanno bloccati prima; a Porto Torres arrivano le navi cariche di pecore rumene e per finire addirittura vi fate scippare il vento e il sole dalle multinazionali”.
Insomma, quello che ha descritto Grillo non è uno scenario esaltante della Sardegna, ma la verità è che poco si è fatto e si sta facendo per restituire dignità ad una terra che potenzialmente potrebbe diventare un isola felice grazie alle risorse ambientali che possiede.
Una critica bisogna fargliela, le poche parole in sardo che ha detto sembravano più delle parolacce mal pronunciate, ma anche quelle sono servite per far divertire il pubblico. Risate su risate, ma a dire il vero, l’indignazione ha superato il limite quando Grillo ha presentato al pubblico le spese dello Stato. Certo che fa indignare sentire parlare di un operaio che aspetta più di due anni per avere il TFR con il quale si pagherà il mutuo di casa, e la politica perde tempo a spartirsi il numero delle poltrone; ma fa ancora più indignare sapere che al Quirinale sono stipendiati 63 operai manutentori più 115 giardinieri mentre a Bakingam Palace sono stipendiati 15 operai. E il commento di Grillo, ripulito dalle virgole per non rendere il nostro articolo troppo scurrile è stato: E che caspita di giardino hanno al Quirinale per impegnare più di 115 giardinieri? E rimanendo all’interno del palazzo della Politica, cosa ne dite del personale di polizia al loro servizio?
Diamo i numeri che ha pubblicato Grillo: 1850 sono gli uomini addetti alla sicurezza, contro la metà al servizio di Sarkozy e circa 160 della Merkel. Pochi i commenti, se le cifre corrispondono a realtà.
Numeri che fanno rabbrividire come fanno rabbrividire tutti quei giornali che vengono rimborsati dei costi delle copie non vendute. Parliamo di migliaia e migliaia di euro che vengono rimborsati ai giornali di partito e non stiamo qui a nominarli perché possiamo arrivarci da soli, ma una cosa è certa: l’Italia sanguina come è stato dichiarato più volte dai vertici del Palazzo del Quirinale, ma sanguina perché siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Oggi le banche sono indebitate fino al collo e la disoccupazione regna sovrana, non manca niente per arrivare al tracollo e riprendere in mano la zappa. E allora Grillo non esita a richiamare il pubblico: Cosa abbiamo da perdere? La rivoluzione è già iniziata e lo stato non può più rispondere alle esigenze degli italiani.
Forte, fortissimo l’impeto con il quale Beppe Grillo, a sessant’anni suonati, comunica le sue battaglie. Se i suoi avvocati non ricevono una querela nell’arco di 24 ore lo chiamano chiedendo se è ancora vivo, e questo ci fa capire l’esatta tempesta che si scatena ogni qual volta pronuncia i nomi sbagliati. La sua è una battaglia pacifica, ma nostro parere anche un po utopistica. Rifare la costituzione? Il popolo ne è capace? A voi la sentenza.