Quella notte il DJ mi ha salvato la vita!

Quella notte il DJ mi ha salvato la vita!
di Piero Fidelfatti

Ogni sabato sera il “rito” si ripete, un Real Movie: si caricano in station Wagon le flight case con i dischi cuffie ,per poi passare sotto casa di Luca e Lazza e dopo una mezz’oretta tappa obbligatoria al distributore di benzina.
Solito punto d’incontro con ragazzi e ragazze, mentre si fa benzina si beve qualcosa in compagnia, si spettegola un po’ sull’abbigliamento scelto per la serata, per gli uomini la classica t-shirt e jeans per i “fighetti house” magliette firmate e tutto il resto, intimo compreso…per le donne lascio a voi l’immaginazione.
Arriva il momento di decidere se seguirmi al locale o come di solito fanno alcune compagnie: “nooo stasera “ “oh ohoho ho” la’ è un pezzo che non ci andiamo ”. Ultimo giro di bevuta, chi acquista le sigarette, chi le cartine, ci si accorda su come dividerci nelle macchine, le ragazze da sole perchè non vogliono gente che fuma nella macchina della mamma. Gli altri pronti a salire da Luca, a lui non manca mai niente, e se qualcuno ha delle “preferenze” fuori del locale Luca trova di tutto. In macchina con me Lazza e Pauligno.
In auto si comincia a ragionare, tra un dialogo e una barzelletta Lazza mi fa una domanda seria: ma perché solo alcuni dj come te hanno del carisma in consolle? Una domanda che in un altro momento avrei evitato o forse risposto in maniera diversa, ma quella sera mi riaffiorarono alcune parti delle lezioni che spiegavo nelle mie scuole: in cosa consiste veramente “essere un dj?”
Ho sempre considerato il mo lavoro come un 'Regista', spiegavo citando l’autore Bill Brewster, nel suo libro “Last night a DJ Saved my life” ho letto che considera il disc jockey come la recente reincarnazione degli antichi sciamani che utilizzavano il ballo verso il mondo spirituale, la Bibbia afferma che “esiste un tempo per ballare” il “Talmud” ebraico sostiene che gli angeli danzano in paradiso. La legge rabbinica stabilisce che gli ebrei devono ballare durante i matrimon saltando le vecchie scritture ho posto un esempio: una verità che esce da una canzone culto “God is a DJ” di Faithless.
Raccontai un estratto di un intervista di David Mancuso inserita nel DVD the MAESTRO dove spiega: “ il ruolo del dj è come un pilota,che conduce e deve portare il suo pubblico in un viaggio che sia il più possibile fino a portarlo a fine serata come in un atterraggio senza sbalzi o alterazioni,soddisfatti e non fatti, a non richiedere ad alta voce “l’ultimo disco”.
Ridendo sottolineai: “ ecco sono il vostro dj pilota e vi avviso di non slacciare le cinture che stiamo arrivando” tra le risate dei ragazzi.
Arriviamo in al parcheggio,solita coda della discoteca. Il dj ha sempre il suo posto personale. I ragazzi scaricano le flight case e si avviano all’entrata evitando la lunga coda, entriamo tutti assieme, con qualche faccia di disapprovazione, di chi aspetta in coda il momento di entrare. Io e Mauro ci portiamo in consolle per salutare i colleghi e fare due chiacchiere,confrontiamo gli acquisti fatti in settimana anche per non proporre delle stesse hit.
La serata prometteva bene, il locale era pieno e anche se la musica di sottofondo era bassa di volume la gente già creava un certo rumour. Ci spostammo al bar al nostro angolo per gustare il primo gin tonic. Si avvicinava il warm map e già gli amici volevano in esclusiva la registrazione della serata. La consolle era blindata: solo dj e animazione. Era mia consuetudine seguire sin dall’ l’inizio la serata,anche se non facevo il Warm UP poiché questo mi permetteva di osservare e ascoltare come si costruiva il mood con il pubblico. Le serate quelle speciali le senti a fior di pelle ,è come leggere un libro dall’inizio,se lo apri a metà non sai cosa ti sei perso… ed entrare in sintonia con tutti a volte risulta difficile. Alcune compagnie di ragazzi hanno l’abitudine di “calare” la pasta tutti insieme,questo li rende unititi protettivi e legati da un’inspiegabile attrazione tribale che li unisce non solo nel ballo. Stavo ancora riflettendo su queste cose quando mi accorsi che era giunto il mio momento .
Il pubblico era stupendo, un’ onda , un flusso di corpi che seguiva il ritmo della musica ;lasciai il disco del dj suonare sino all’ultimo solco, una parte dei clubbers avvertì la mia presenza in consolle seguendo le gestualità di rito, io presi la mia cuffia controllai il mixer volumi eq e preparai il primo disco sul piatto,un veloce spostamento delle mie flight case, una veloce vaschettatura per selezionare dei pezzi da apertura,appoggio la puntina all’inizio del solco del disco e apro lo slide.
Dal mixer le note si diffondono, cambiano le luci e un coro unico segue la melodia, l’adrenalina sale i clubbers esplodono in un coro da stadio,inizia la serata, tutti sono protagonisti, non importa il ceto sociale, i problemi del lavoro ,è la loro serata e solo il dj può rovinare le loro aspettative ma,questo non succede! L’esperienza mi porta a mantenere dei ritmi sostenuti con dei cambi sulle hit che loro conoscono, riportandoli poi sul mood che condividono tra loro e persone fino a quel momento estranee, la musica ha questo fascino, le mie mani impegnate nei piatti. L’attimo in cui alzo lo sguardo per vedere la gente che balla, scopro un fiume che scorre, un’onda che si rinnova, disco dopo disco, le facce soddisfatte, il sudore, il trucco sfatto, i movimenti… tutto è nelle mie mani … nessuno deve lasciare la pista … una ragazza e le sue mosse sinuose catturano la mia attenzione, attorno al suo “ballo” si crea un vortice, tutti cercano di seguire i suoi movimenti, la folta chioma rotea al ritmo delle percussioni, le mani seguono il “beat”… il piede batte al ritmo nel “cambio” dei dischi…
La mia concentrazione è nella sua figura, centinaia di persone ballano in pista, in un attimo diventano parte di uno scenario surreale, le luci strobo esaltano i movimenti dei corpi che trovano nel sound, il ritmo tribale, seguono un istinto primordiale, un amplesso tra luci e musica dove sono protagonisti…e adesso? La concentrazione è sul disco… sta finendo!!!
La magia deve continuare, una veloce ricerca trai i dischi.. un flash, in un attimo la mia mente crea una virtuale sequenza.. il disco giusto… è questo!!! Il vinile segue i movimenti di rito, rotea tra le mie mani, lo metto sul piatto, la ricerca del solco è automatica, non avevo pensato solo al ritmo, quello muove il corpo, ma la loro mente sta seguendo un “viaggio”.
La voce della cantante sa “toccare” le giuste vibrazioni…. effettuo il mix… non sto con la testa china sul mixer, anzi cerco…non devo cercare niente!!!… sono in pista con loro, l’emozione è unica, entro con il disco in mix, la gente sente “l’onda” che sale, il sound si fonde tra i due dischi, i miei movimenti del corpo accompagnano il ritmo, la tecnica.
Il rito ancestrale si amplifica, la mia concentrazione e nei movimenti di una, dieci, cento, mille persone…chiudo il fader del mixer lasciando il disco precedente ad un ricordo, osservo le mani che seguono il ritmo del nuovo beat, volti illuminati, urla di gradimento… la mia mano destra alzata in segno di approvazione…Credo di avere tutto sotto controllo,la gente balla,il bar è pieno ma, mi accorgo che tra le decine di persone che assediano la consolle, c’è una ragazza che stringe le sbarre, a quel punto anche se so bene che non dovrei , mi avvicino,le chiedo : “Vuoi salire in consolle?”
Mi guarda e i suoi occhi mi dicono mille cose, la faccio salire da i bodyguard e le chiedo di sedersi a fianco delle flight case, continuo la mia serata,dò il meglio di me stesso come sempre… Tra i miei ricordi una serata in cui ottenni una standing ovation, non perché il pubblico era “fatto” non si erano neppure accorti che stavo sfumando l’ultimo disco, c’è stato per un attimo un silenzio coperto solo dalle vibrazione dei loro corpi, partì un primo applauso a ruota tutto il locale a battere le mani e fischiare con approvazione e tutti mi guardavano con un’espressione di ammirazione che non ho mai provato in vita mia, dopo di che tutto il pubblico uscì dal locale compostamente come ad una premiere.
All’uscita i commenti, le strette di mano e richieste della registrazione della serata. Altre volte ottenni a fine serata delle standing ovation ma era tutto più chimico e mancava quella magia. Alla fine di tutto mi accorgo che quella ragazza è ancora seduta vicino alla consolle le chiedo: “ come va? Ti è piaciuta la serata?” Lei mi prese la mano la strinse e avvicinandosi mi disse: “sei un angelo è la prima volta che ti ascolto senza assumere Extasy con i miei amici, stasera ho capito e ho vissuto con te, le tue stesse emozioni la tua musica il tuo essere... ”
Ancora oggi non so chi fosse, che nome ha…non l’ho più rivista… ma le devo molto.


(Racconto estratto da 'dj_for life' di Piero Fidelfatti)
I fatti sono realmente accaduti - I Nomi e riferimenti sono casuali