Il Parkinson

Il Parkinson

Gentile Dottore,
oltre alle cure con i farmaci, quali altre possibilità hanno le persone con malattia di Parkinson e quali i sintomi di esordio che devono far pensare a questa malattia?

Alcune considerazioni di ordine generale dapprima. I malati di Parkinson in Italia sono circa 200mila e ogni anno si registrano 10mila nuovi casi circa, senza particolare prevalenza di sesso, e l'età più frequente di esordio è attorno ai sessant'anni. Si tratta di una malattia neurologica ed è dovuta alla perdita di particolari cellule nervose che producono una sostanza, chiamata dopamina, che ha la funzione di trasmettere gli stimoli tra una cellula nervosa e l'altra.
La malattia si manifesta con varie modalità ma tipicamente i sintomi più frequenti, che portano il Paziente dal medico, sono la sensazione di debolezza e di impaccio nei movimenti più consueti con la sensazione di stancarsi più facilmente; inoltre gli stessi Pazienti parlano di una riduzione della velocità rispetto a prima e come se il braccio o la gamba interessati fossero rigidi.
Ma il sintomo che porta prevalentemente il Paziente all'attenzione del medico è il tremore: frequentemente alla mano o alle mani; si tratta di un tremore tipico detto "a riposo", quando ad esempio la mano è abbandonata a se stessa.
Anche alterazioni nello scrivere, nella voce, nell'espressività del volto, nell'atteggiamento come sommesso e nell'andatura a piccoli passi e con estrema difficoltà nell'iniziare a camminare; il disturbo dell'equilibrio può portare a rovinose cadute.
E' necessario aggiungere che molti sono gli studi che stanno indagando su tecniche per una diagnosi più precoce, in particolare per i casi a esordio in età più giovane che spesso hanno una componente genetica. Mi permetta ancora qualche parola su due argomenti spesso dimenticati ma che nelle malattie croniche sono rilevanti per il benessere dell'individuo: la corretta alimentazione, in particolare nel malato di Parkinson, in rapporto anche all'assunzione dei farmaci e la terapia riabilitativa fisica in grado anch'essa di migliorare la qualità della vita dei malati.
I farmaci prescritti dai neurologi hanno una buona efficacia, pur trattandosi di medicamenti che agiscono prevalentemente sui sintomi.
Tra i più recenti alcuni permettono la singola somministrazione giornaliera e l'assunzione applicando cerotti alla cute.
Le cure più innovative utilizzate in casi particolari riguardano le cellule staminali embrionali (di questi tempi oggetto di discussione per motivi di eticità) o prelevate dal midollo osseo e ritrapiantate nel Paziente stesso; si tratta di un "meccanismo normale di riparazione del corpo" potendo queste cellule trasformarsi in cellule nervose.
Anche la genetica si interessa del Parkinson e così la neurochirurgia con metodiche sofisticate di stimolazione cerebrale con elettrodi profondamente applicati nel cervello (così come è ormai consuetudine con il pace maker cardiaco). Qualcosa di certo si sta muovendo anche molto velocemente.

Per approfondimenti specialistici consiglio : aip@fondazioneparkinson.com / www.parkinson.it