Intervista esclusiva a Philippe Le Guay

Le donne del 6° Piano
Intervista esclusiva a Philippe Le Guay
Presentato il film all’ultimo Festival di Berlino
a cura di Laura Croce – Radio Cinema per Slide Italia


Cosa si nasconde nelle soffitte dei palazzi signorili della Parigi anni '60? Un mondo di sacrifici e duro lavoro, ma anche di allegria, colori e gioia di vivere, incarnato dalle prorompenti e tenaci cameriere spagnole che hanno varcato i Pirenei per tentare la fortuna nella più avanzata e ricca Francia. Sembra difficile immaginarlo nell'Europa unita, ma il film di Philippe Le Guay, Le donne del 6° piano, va proprio a pescare nella memoria di quegli anni di incredibile sviluppo e ottimismo, in cui gli scambi culturali non si facevano certo con l'Erasmus ma con le migrazioni, e in cui i conflitti generazionali o di classe non erano ancora deflagrati in tutta la loro violenza.
Presentato all'ultimo Festival di Berlino e coronato da un grande successo in madrepatria, la pellicola racconta la storia di un ricco borghese tipicamente Parisien che all'improvviso abbandona la propria vita grigia e monotona di agente di Borsa per andarsi a trasferire con un gruppo di energiche e vivaci domestiche spagnole, le uniche capaci di riaccendere il suo spirito avvizzito da tanti anni di routine. A convincerlo della possibilità di cambiare, come spesso avviene nel pieno delle crisi di mezza età, è il bel sorriso della sua nuova cameriera Maria, che lo guida come un'angelica Beatrice nel paradiso del sesto piano, tra paella e flamenco, mancanza di acqua corrente e bagni turchi intasati. Ma non si tratta della solita commedia sulla "serva padrona": quello di Le Guay è un autentico omaggio a una parte di storia dimentica, alla meraviglia della semplicità, alla forza di donne comuni che in tempi non sospetti hanno preso in mano il proprio destino e si sono costruite il loro posto nel mondo, cominciando anche ad aprire qualche breccia nella gabbia dorata dell'alta borghesia.

D: Com'è nata l'idea di questo film che riscopre un tema poco conosciuto come l'immigrazione spagnola in Francia negli anni '60?
R: L'idea è nata principalmente da un ricordo di quando ero piccolo. A casa avevamo una domestica spagnola che è stata con noi due anni prima di tornare nel suo Paese per sposarsi. Credo proprio che gran parte dell'ispirazione per Le donne del 6° piano mia sia venuta da queste memorie al tempo stesso gioiose e tristi della sua presenza nella nostra famiglia e del successivo distacco.

D: Per lei è stata forse anche la prima esperienza di uno scambio culturale che all'epoca non doveva sembrare così scontato.
R: In realtà devo confessare che il ricordo che ho di questa cameriera, Lourdes, è abbastanza lontano. Avevo non più di 3-4 anni quando stava da noi, anche se poi è entrata a far parte della "mitologia" della famiglia e si è parlato spesso di lei perfino molto tempo dopo la sua partenza. Serbo invece un ricordo più nitido di quando andavo a scuola e vedevo dei gruppi di donne spagnole, vestite praticamente tutte di nero, che chiacchieravano tra di loro a voce alta all'uscita dell'istituto dopo aver lasciato i bambini. Questo è stato forse il mio primo scambio culturale.

D: Presentando il film ha accennato anche al desiderio di voler lavorare una volta tanto con attori non francesi per dare alla sua opera uno spirito più "europeo".
R: In effetti oggi si parla sempre di più dell'Europa e dello spirito europeo, e io sono convinto che questo "sentimento" abbia profonde radici negli scambi che abbiamo avuto in passato con Paesi come la Spagna - ma anche l'Italia e, perché no, l'Inghilterra - e che i tempi siano maturi per parlare di tali esperienze. Queste sono infondo anche le radici del mio film.

D: Dal punto di vista cinematografico, quali sono le differenze tra girare un film interamente francese e girarlo invece con un cast internazionale, cambiando un po' le routine di produzione?
R: La cosa più bella di girare con attori di origini diverse, in questo caso francesi e spagnoli, è proprio che tutti perdono di vista le proprie abitudini e le proprie routine. Quando si gira solo tra francesi c'è sempre qualcuno che si lamenta, qualcuno che arriva in ritardo, qualcuno che brontola perché a pranzo si mangiano sempre le stesse cose, ecc. Nel momento in cui arriva un elemento diverso dal solito, come le spagnole, tutti cambiano atteggiamento e cercano di mostrare il meglio di sé. Le attrici iberiche poi sono state davvero splendide, hanno lavorato con piacere e allegria, e questo naturalmente ha influito in maniera positiva anche sull'équipe francese.

D: A proposito delle protagoniste del film: un cast di quasi sole donne, peraltro tutte spagnole... È difficile non pensare ad Almodovar!
R: Sì Almodovar è di sicuro un riferimento inevitabile, soprattutto quando il cast è al femminile e comprende un'interprete come Carmen Maura. Allo stesso tempo credo però che il mio film sia davvero poco almodovariano, perché io mi interesso alle sei attrici esattamente quanto al personaggio maschile. Nelle opere del regista spagnolo gli uomini spesso non contano nulla, mentre Le donne del 6° piano sono viste sempre dal punto di vista del protagonista interpretato da Fabrice Luchini, e questo fa una notevole differenza.

D: Altro grande tema del film è l'immigrazione, che in questi giorni è più scottante che mai con tutti gli sbarchi dal Nord Africa e anche con gli attriti tra Italia e Francia sulla questione dell'accoglienza.
R: È vero che il film parla di immigrazione e che l'argomento ha grande risonanza in questo frangente, ma bisogna anche tener conto delle differenze sostanziali tra il fenomeno negli anni '60 e oggi. Le donne spagnole che arrivavano all'epoca condividevano la stessa "matrice culturale" della Francia, gli stessi valori e non da ultimo la stessa fede cattolica. Adesso invece i flussi migratori di cui parliamo sono ancor più di massa e provengono soprattutto da Paesi musulmani del Nord Africa, e quindi i problemi da fronteggiare sono per forza di natura diversa. Allo stesso tempo credo che nel film vengano messi in luce concetti come la generosità, l'accoglienza, l'idea di un confronto positivo con la diversità e della presenza degli stranieri come ricchezza: tutti valori che continuano ancora oggi a suggerire la possibilità di creare una comunità e raggiungere l'integrazione.

SCHEDA
Le donne del 6° piano
Origine: Francia
Anno: 2011
Titolo originale: Les Femmes du 6ème ètage
Regia: Philippe Le Guay
Cast: Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke, Carmen Maura, Lola Dueñas
Genere: commedia
Durata: 106'
Distribuzione: Archibald Enterprise Film

SCHEDA 2
SINOSSI
Parigi, anni ‘60. Jean-Louis Joubert (Fabrice Luchini), agente di cambio rigoroso e padre di famiglia “rigido”, scopre che un’allegra banda di domestiche spagnole vive al sesto piano del suo immobile borghese. Maria, la ragazza che lavora in casa sua, gli rivela un universo esuberante e variopinto, l’opposto del suo ambiente educato e austero. Colpito da queste donne vivaci, si lascia andare e per la prima volta assapora con emozione i piaceri semplici dell'esistenza. Ma si può veramente cambiare vita ad una certa età?

SCHEDA 3
Biografica regista Philippe Le Guay
Nato nel 1956 e figlio del barone Le Guay, Philippe nel 1980 entra all'Institut des hautes études cinématographiques. Nel 1986 collabora alla scrittura di 15 août, il film d'esordio di Nicole Garcia, prima di scrivere e realizzare il suo proprio lungometraggio di debutto, Les deux fragonard, uscito nelle sale nel 1989. Le Guay in seguito lavora di rado come attore, ma soprattutto trova impiego in televisione, dove partecipa alla scrittura di telefilm come Urgence d'aimer o Ascension Express. Nel 1995 esce il suo secondo lungometraggio per il cinema: L'Année Juliette, una commedia con Fabrice Luchini e Philippine Leroy-Beaulieu. Dopo Trois Huit nel 2001, dramma ispirato a una storia vera di molestie e ricatti nelle aziende, Le Guay torna a qualcosa di più leggero nel 2003 con Le Coût de la Vie, uscito anche in Italia col titolo Il Costo della Vita, una commedia tutta incentrata sull'effetto del denaro sulle persone con protagonisti un manager con un ricco stipendio, un gestore di un ristorante con le mani bucate, una giovane fanciulla che fa la cameriera per ripudiare il passato e un dirigente in pensione. Nel film ritroviamo Fabrice Luchini insieme a Vincent Lindon e Claude Rich. Nel 2006 realizza una nuova commedia, Du jour au lendemain dove a interpretare il ruolo principale è chiamato Benoît Poelvoorde. Nel 2011 presenta a Berlino e sbanca il botteghino francese con la commedia Les Femmes du 6ème ètage (in Italia Le donne del 6° piano), dove torna a lavorare col sempre più popolare Fabrice Luchini.