La bellezza salverà il mondo ( di Roberto Corbelli )

4 settembre 2010
Cosa succede a Madrid e Parigi che assieme a Londra, Berlino e New York sono considerate all’avanguardia per innovazione e creatività?
Succede che hanno capito cosa fare per accrescere l’interesse verso il loro territorio, per creare circolazione di idee e di creatività.
Succede che hanno capito che spazi considerati fatiscenti ed in zone non propriamente “in” potevano diventare punti di attrazione e di interesse per chi aveva nuove idee e desiderio di condividerle.
Succede che dopo il recupero della zona dei Docks a Londra le città più importanti abbiano imparato la lezione per recuperare e rivalutare i territori.
Cosi come negli anni ottanta una zona di Londra in forte degrado sia sociale sia economico con il recupero architettonico e con agevolazioni fiscali si è trasformata in una zona attiva e produttiva tanto che alcune multinazionali l’hanno scelta come base per il proprio quartier generale (HSBC, Barclays, e il Tycon Murdoc). Oggi anche Madrid e Parigi si sono unite a questa visione.
Madrid ha recuperato la zona dell’ex mattatoio convertendolo in un centro culturale polivalente ove artisti di varie arti si possano confrontare, lavorare esporre, creando nel 2005 il “Matadero Madrid” centro di creazione contemporanea.
Il Matadero Madrid promuove diversi progetti in diversi campi di azione: Naves del Español, dislocato in tre edifici diversi con il l café-teatro, la sala principale di teatro e per la formazione e le prove promuove le arti sceniche. Uno degli spazi ha la finalità di trovare alternative di creazione, espressione e pensiero e coinvolge il visitatore nel processo di creazione artistica. È il luogo per la creazione contemporanea che cerca di stabilire rapporti tra i creatori e il pubblico.
In un altro spazio si sviluppano progetti che hanno a che vedere con la grafica, l’industrial design, l’architettura e l’interior design. La vecchia camera di refrigerazione del mattatoio è stata trasformata in un’unica sala per performance artistiche così che l’artista si eserciti a creare creare un’installazione in uno spazio non convenzionale.
Archivio de Creadores serve per avvicinare il lavoro 100 creatori legati alla città alle istituzioni, ai curatori, ai gestori culturali, ai critici, ai giornalisti, agli altri artisti ed al pubblico in generale.
Matadero Madrid è in contatto con altri centri internazionali di creazione artistica con una politica di scambio e di multiculturalità ed interculturalità, tra questi centri a Parigi c’è “Le 104“ centro polifunzionale per concerti, atelier d’artista, mostre e convegni.
Inaugurato nel 2008 “Le 104” rappresenta benissimo l’anima di questi parigini, dall’aria fra lo snob e l’annoiato che nasconde un grande entusiasmo per le innovazioni.
A Parigi capita che affiori una spiaggia lungo la Senna, la Tour Eiffel si metta a brillare, spunti una Piramide nel centro del Louvre, una via in discesa si trasforma in pista di neve e che tutto ciò sia normale.
Capita che un ex obitorio chiamato “L’officina del lutto” diventi per magia, grazie ad una lungimirante e forte volontà politica, il nuovo tempio della cultura e dell’arte.
Le 104 ha portato “vita e umanità” in un quartiere difficile del 19esimo arrondissement, sopra Stalingrad, di fianco al Canale dell’Ourq, dove fino a pochi anni fa si trovavano spacciatori e teppisti, riqualificando l’intera zona.
I numeri de “Le 104”: uno spazio unico al mondo di 39 mila metri quadrati a disposizione della creazione e della produzione artistica 18 ateliers, 200 artisti “di tutte le origini, di ogni arte, di ogni cultura” sono accolti ogni anno in residenza, 5000 visitatori contenibili contemporaneamente in occasione dei concerti, di grandi feste post sfilate di moda o di spettacoli che richiedano uno spazio più grande di quello dei 200 o 400 posti delle sale costruite nella hall centrale.
Il pubblico potrà accedere agli Ateliers degli artisti anche quando questi saranno al lavoro, “sono gli artisti la ragione dell’esistenza del 104” questa e la visione di chi guida il centro in questo modo la cultura non è più riservata solo agli appassionati o agli esperti.
Infatti ogni singolo spazio del centro è stato pensato per supportare gli artisti durante le fasi del percorso di realizzazione della loro opera, e mettere in comunicazione coloro che creano con coloro che osservano.
L’idea di recuperare, di riciclare, di riutilizzare oggetti, materiali o spazi è alla base della nuova cultura del ecosostenibile che si sta sempre più affermando, speriamo che questo vento foriero di idee moderne e innovative animi le vele ormai sgonfie della nave del cambiamento portando il nostro turismo a guardare ed utilizzare la cultura, la creatività e l’arte come veicolo per rinnovare e comunicare il territorio, per dirla con le parole di Fëdor Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo”.