Psiche GIUGNO a cura del Dott. Andrea Ronconi

Caro Dottore, alla soglia dei 40 anni vorrei avere una vita normale avendo avuto un passato pieno di eccessi oltre agli alcolici, ho fatto uso di droghe di ogni tipo pur non essendo diventato mai dipendente. Ho vissuto sempre al limite, fra sentirmi libero di fare quello che mi andava e il rimpianto nel rendermi conto di non aver costruito niente per me e le persone a cui voglio bene. In questi anni è come se non fosse cambiato nulla dentro e fuori di me. Mi sento vuoto e depresso e continuo a frequentare le stesse persone ma vorrei girare pagina.
Gent.mo Signore, non concordo con lei circa la sua convinzione di non aver mai vissuto una condizione di dipendenza, poiché altrimenti avrebbe avuto più opportunità nel contrastare la stessa percezione di vuoto ed inutilità di cui soffre e per cui mi scrive. L’uso/abuso di alcol e di sostanze psicotrope potrebbe aver avuto un ruolo centrale nella determinazione del suo disagio emotivo ed interpersonale. Ci sarebbe da fare un distinguo fra le diverse tipologie di droghe di cui ha fatto uso ed i loro specifici effetti nocivi di natura biologica, emotiva e comportamentale. Rimane comunque di fondamentale importanza che lei riconosca di soffrire di una condizione di dipendenza la quale, insieme ad altri eventi e fattori alcuni conosciuti da lei ed altri, al momento, ancora ignorati, avrebbero condizionato tutto il suo stile di vita, il suo percepire se stesso, il mondo e gli altri. Non pretendo che leggendo queste poche parole lei possa smetterla di ingannarsi e di continuare a farsi del male fisicamente e psicologicamente. Qualora decidesse di intraprendere una psicoterapia non si aspetti di poter risolvere tutte le difficoltà in poche sedute perchè sembra che la sua condizione di dipendenza coinvolga non solo l’abitudine allo “sballo” ma anche il più ampio stile di vita. L’assunzione di sostanze varie ed alcol costituisce un modo disfunzionale nel tentativo, evidentemente mal riuscito, di alleggerirsi le difficoltà e i disagi della vita reale. Alcune persone, oltre che per il piacere legato agli effetti più immediati, usano sostanze volendosi allontanare anche solo per un attimo da quella realtà che ritengono troppo difficile, frustrante o addirittura insopportabile da esperire. Il piacere temporaneo dovuto alla secrezione di endorfine e l’euforia che alcune droghe e l’alcol possono dare ai consumatori abituali, si trasformano ben presto in un effetto deleterio per la salute del corpo e della mente. Questi effetti negativi condizionano, esperienza dopo esperienza, la qualità delle emozioni e delle relazioni. Cambiare abitudini e quindi potersi liberare dalla dipendenza e da una vita fatta di eccessi, è spesso facilitata dalla capacità della persona di sviluppare comportamenti finalizzati a uno scopo e nel poterli realizzare. La fiducia in se stessi di potercela fare, nonostante tutte le difficoltà presenti e future, è un prerequisito importante. L’autoregolazione del comportamento la si pensa, la si desidera e la si può apprendere fino a farla divenire un atteggiamento ed un’abitudine funzionale al miglioramento continuo della qualità della nostra vita. Il vuoto esistenziale può caratterizzare i periodi di astinenza dall’uso di sostanze potendo contribuire, insieme ad altri disagi, a reiterare le cattive abitudini. In combinazione alla dipendenza può manifestarsi una sintomatologia depressiva: abbassamento dell’umore, difficoltà di progettare un futuro migliore e la perdita di interessi. Per ritornare a percepire le attività quotidiane come piacevoli, appaganti e relativamente stimolanti è necessario abbandonare le abitudini che impediscono la realizzazione di queste esperienze. Con o senza l’aiuto dello psicoterapeuta, il passaggio di transizione da una vita fatta di eccessi ad una più equilibrata può comportare, inizialmente, degli inconvenienti soprattutto sul piano emotivo. Questi sarebbero dovuti all’abitudine di percepire una realtà distorta dall’uso di stupefacenti. Nei primi tentativi di liberarsi da queste sostanze possono essere d’ostacolo i ricordi legati alle sensazioni “emotivamente forti”. Passati i momenti più critici però, queste persone, possono riappropriarsi della loro libertà, maturando un senso di autoefficacia, una maggiore autostima, tornando a godere delle diverse sfumature emotive che accompagna ogni percorso esistenziale. Può scegliere, alla soglia dei 40 anni, se tornare a percepire la realtà naturalmente, progettare una vita con obiettivi ed aspettative realistici, degli interessi e degli hobby salutari e piacevoli, nuovi amici e relazioni.


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