Cultura Low Cost di Vilma Torselli


Cultura low cost
In corso Vittorio Emanuele piuttosto che in Trafalgar Square o Potsdamer Platz, in Park Avenue o all’aeroporto di Barcellona, in ogni parte del mondo non c’è città che non esponga nei suoi spazi pubblici vistose installazioni nelle quali i cittadini si imbattano a sorpresa in una sorta di incontro ravvicinato con oggetti non identificati e talvolta non identificabili.

Il concetto di istallazione è entrato a far parte dell’immaginario collettivo in tempi relativamente recenti, raggiungendo oggi il massimo della notorietà, dopo aver percorso trasversalmente tutto il passato ‘900 nei numerosi movimenti avanguardisti (Spazialismo, Nouveau Réalisme, Futurismo) volti ad affermare la volontà e la possibilità che l'arte si integri alla vita configurandosi come una dimensione della storia.
A metà strada tra scultura e urban design, vicina alla Land Art e alla Public Art, l’installazione aspira ad una sintesi globale della realtà sia fenomenica che psicologica, sia naturale che antropica per una lettura integrata dell'uomo e dell'ambiente in cui vive.
Termine di non facile definizione, l’installazione o teatralità o carnaval è definita da De Oliveira, Oxley, Petry, Archerla "l'art en situation", da Julia Kristeva come “un spectacle, mais sans la scène; un jeu, mais aussi une entreprise quotidienne [………] à la fois scène et vie, jeu et rêve, discours et spectacle", più in generale come una forma d’arte visiva avente “come soggetto principale il fruitore. Nell'ambiente dell'installazione, tutto deve essere costruito per modificare o comunque sollecitare la percezione dello spettatore che diviene parte integrante del lavoro: senza il fruitore, l'opera d'arte installativa non esiste.” (Wikipedia)....

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