Il
calendario Maya è chiaro : sarà catastrofe.
2012
La
fine del mondo è arrivata
di
Tommaso Torri – Slide Italia
“A
che ora è la fine del mondo?”
si domandava Ligabue nel suo quarto album pubblicato nel 1994 e, se
si deve dare una risposta a questo quesito interrogando le varie
discipline new age, l’appuntamento più vicino a noi è quello del
23 dicembre 2012.
È proprio in questa data che il celebre calendario dei Maya si
interrompe bruscamente facendo presagire, per i più catastrofisti,
che il mondo finirà.
Se,
da un lato, molti credono che la predizione della fine del mondo sia
un argomento di futile conversazione, molti altri ritengono che la
data indicata sia assolutamente vera e che, quel giorno, la terrà
sarà funestata da disastri
naturali, rivolte civili, ecatombe belliche, e ogni genere di
inconsueta catastrofe della massima entità. Verosimilmente,
prendendo l’immagine da svariati film di serie B, ci si dovrebbe
aspettare che le strade siano invase da strani personaggi che, con
indosso un saio, agitino un campanaccio urlando che la fine dei tempi
si sta avvicinando e, come un uomo sandwich, indossare cartelloni
ammonitori.
Il
pallino della fine del mondo
è una cosa che ha sempre affascinato le civiltà antiche ed è
sempre andato a braccetto con la religione: se, per i cattolici,
si rifanno al versetto del Vangelo dove Gesù afferma che "nessuno
conosce l'ora o il giorno, eccetto il Padre",
gli ortodossi non
menzionano una fine del mondo, ma la fine di una società empia. Per
entrambi, però, l’Apocalisse di San Giovanni è il libro guida di
quello che dovrà succedere quando ci sarà l’ultima battaglia tra
il bene e il male.
Tutte le religioni parlano di un avvicendamento ciclico di età. I romani e i greci facevano seguire alla presente età del ferro una nuova età dell'oro secondo un simbolismo presente anche nel libro del profeta Daniele. Difficilissimo, però, è interpretare qli avvenimenti descritti da San Giovanni nell’Apocalisse. Diverse correnti li hanno interpretati alla lettera favorendo il nascere di vari millenarismi. Si tratta in ogni caso di simbolismi derivati dalla kabbalah ebraica. Si pensi all'abbondanza della numerologia e all'esoterismo delle figure e delle immagini presenti in gran parte riprese dall'antico testamento. Come nel cattolicesimo anche per l'Islam il tempo della fine ha una data ignota che conosce soltanto. Nonostante questo, Maometto indicò dei segni maggiori e altri minori che erano: "aumento dell'omosessualità", "trattare i cani come figli", "donne vestite come uomini e viceversa", "segni nel cielo", "grande terremoto, apertura di una faglia che avrebbe allargato la Terra, allungando il giorno".
Tutte le religioni parlano di un avvicendamento ciclico di età. I romani e i greci facevano seguire alla presente età del ferro una nuova età dell'oro secondo un simbolismo presente anche nel libro del profeta Daniele. Difficilissimo, però, è interpretare qli avvenimenti descritti da San Giovanni nell’Apocalisse. Diverse correnti li hanno interpretati alla lettera favorendo il nascere di vari millenarismi. Si tratta in ogni caso di simbolismi derivati dalla kabbalah ebraica. Si pensi all'abbondanza della numerologia e all'esoterismo delle figure e delle immagini presenti in gran parte riprese dall'antico testamento. Come nel cattolicesimo anche per l'Islam il tempo della fine ha una data ignota che conosce soltanto. Nonostante questo, Maometto indicò dei segni maggiori e altri minori che erano: "aumento dell'omosessualità", "trattare i cani come figli", "donne vestite come uomini e viceversa", "segni nel cielo", "grande terremoto, apertura di una faglia che avrebbe allargato la Terra, allungando il giorno".
Per
i più scettici si tratta solamente di sciocche credenze
e, su questo fronte, ci conforta sapere che nei secoli passati il
mondo era stato dato per spacciato in varie occasioni. Tra le date
più celebri in cui tutto
sarebbe dovuto finire c’è l’anno 1000:
il detto “mille e non più mille” si basa su un’interpretazione
dell’Apocalisse oltre a vari passi dei Vangeli Apocrifi.
A
terrorizzare il popolino dell’alto Medioevo, inoltre, ci aveva
pensato anche il cielo quando, nel 989, era riapparsa nella volta
celeste la cometa di Halley dando così la conferma alle voci più
disparate sulla fine del mondo.
Il
secondo “profeta di sventure” a parlare della fine dei tempi è
stato il Beato Gioacchino da Fiore che, nel 1182, basandosi su una
sua interpretazione dell’Apocalisse predisse una nuova data:
secondo lui la fine
sarebbe stata nel 1260. Per
arrivare a questo risultato, Gioacchino aveva pensato che i 1260
giorni descritti nel libro di San Giovanni dovevano intendersi come
anni da contarsi partendo dalla nascita di Cristo. Due date e due
errori clamorosi, dal momento che siamo ancora tutti qui vivi e
vegeti, che oltretutto hanno segnato la fine degli anni bui del
Medioevo per passare al periodo storico del Rinascimento dove maturò
un nuovo modo di concepire il mondo e la figura umana che ha
accompagnato la storia dell’umanità fino ad oggi.
Dalla
profezia di Gioacchino da Fiore passano quasi 600 anni prima che
qualcuno ritorni a parlare di fine del mondo. A riportare in auge il
discorso ci pensò il reverendo
John Wesley, fondatore
del Metodismo,
che riprese in mano Apocalisse e calcolatrice per indicare una nuova
data: dopo complessi
calcoli giunse alla conclusione che la data sarebbe dovuta essere il
18 giugno del
1836.
Dopo
altri 150 di relativa calma, ad annunciare l’ennesima catastrofe ci
pensa Sun Myung Moon, capo della chiesa dell’Unificazione, che
rivela come l’ultimo anno della terra è il 1967.
Fin’ora
sono ben cinque le cantonate prese da altrettanti “uccelli del
malaugurio” che, nonostante le dotte disquisizioni, hanno
clamorosamente sbagliato.
Nuovo
veggente, nuova interpretazione e nuova predizione; l’unica cosa in
comune con le altre è che è sbagliata. A venire tirato in ballo,
questa volta, è il medico e veggente provenzale Nostradamus:
interpretando la quartina X.72 la fine del mondo doveva essere nel
1999. Qui, infatti, si
prediceva l'arrivo di un "re del Terrore", che
sarebbe disceso dal cielo, e che avrebbe fatto rivivere il "roi
d'Angoulmois", che alcuni interpreti anagrammavano "roi
Mongolais", identificato con Gengis Khan. Alcuni reputano che
volesse riferirsi a un re venuto da territori corrispondenti
all'antica Sarmazia e Scitia,territori divisi tra le attuali Russia,
Kazakhstan e Turkmenistan.
Non
molti lo sanno ma anche l’anno scorso il mondo doveva finire stando
a quanto aveva affermato il protestante novantenne Harold Camping.
Dopo aver eseguito complicati calcoli giunse alla conclusione che
il 21 maggio 2011 erano trascorsi esattamente 7000 anni dal diluvio
universale. Allo scattare della mezzanotte del 21 maggio,
avrebbe avuto inizio per i cristiani nel mondo il Giudizio
Universale.
Il
resto della popolazione (di fedi non cristiane) sarebbe rimasta a
patire sulla terra atroci sofferenze, convivendo con continui
maremoti e distruttivi ed apocalittici terremoti. Non so voi, ma io
quel giorno ero tranquillamente in spiaggia a prendere il sole e non
mi sono accorto di niente. Andata male la prima predizione, forse per
qualche banale errore di calcolo, Harold Egbert Camping, profeta
dell’Apocalisse, ci riprova e torna a predire la fine del mondo per
il 21 ottobre 2011, assicurando che questa volta, diversamente dal
passato, la profezia era vera.
Arriviamo
quindi alla data più vicina a noi, il fantomatico 23 dicembre
2012, giorno in cui si interromperebbe il loro calendario con la
conseguente fine del mondo. Anche questa predizione, per i
detrattori, è da ritenersi simili a quelle del passato: secondo gli
storici più attenti, infatti, i calendari dei Maya si caratterizzano
per la ciclicità dei periodi e, quindi, il termine da loro indicato
andrebbe interpretato come la fine di un’era e l’inizio di
un’altra. C’è tuttavia da aggiungere che, secondo alcuni dati
diffusi dalla Nasa, a cavallo del dicembre di quest’anno dovrebbe
essere attesa una forte tempesta solare che potrebbe abbattersi come
un impulso elettromagnetico sulla Terra. Quando, nel 1859, un
fatto analogo venne registrato dagli astronomi di allora, le onde
elettromagnetiche emesse dal sole paralizzarono l’intera rete
telegrafica degli Stati Uniti e, se nella nostra società sempre più
tecnologicizzata, dovesse capitare una cosa simile è difficile dire
quali potrebbero essere le conseguenze. I più catastrofisti
ritengono che potrebbero riportare seri danni i satelliti, i sistemi
di comunicazione e di distribuzione dell'energia oltre a portare allo
scoppio di molti condensatori elettrici e paralizzare buona parte
delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Tuttavia,
se come per le altre volte anche questa predizione dovesse essere
sbagliata, possiamo stare tranquilli: è già pronta una nuova data
per la fine del mondo. A scomodarsi, questa volta, è niente meno che
sir Isaac Newton: secondo il suo biografo, John Maynard Keynes, il
grande matematico e fisico avrebbe eseguito un'enorme quantità di
calcoli e considerazioni basate su cronologie ebraiche e cristiane
dell'Apocalisse. Anche Newton considerava come anni i 1260 giorni
dell'Apocalisse. Dal momento che la data dell'anno 1260 era stata
"mancata", Newton, basandosi su cronologie bibliche, faceva
iniziare il conteggio dall'incoronazione di Carlo Magno come
imperatore, nell'anno 800. Sulla base di questi calcoli, Newton
avrebbe predetto la fine del mondo per l’anno 2060.
Se
anche lo scienziato inglese si fosse sbagliato, basterà aspettare
il 2240 quando, secondo il Talmud, la Midrash e l’antico libro
cabalistico Zohar, arriverà la data “limite” entro la quale il
Messia deve apparire in quanto, questo anno, dovrebbe corrispondere a
6000 anni dalla creazione.
Decisamente
più catastrofica, invece, la previsione per il 2280 quando,
secondo gli astronomi, l’asteroide (29075) 1950 DA potrebbe passare
molto vicino alla terra tanto da essere attratto dalla forza di
gravità del nostro pianeta. In questo caso, l’asteroide potrebbe
avere una collisione che sprigionerebbe una forza tale da portare
significativi cambiamenti nel clima e nella biosfera costituendo una
minaccia per la nostra civiltà.
Se
il mondo dovesse passare indenne a queste catastrofi, l’ultimo
appuntamento è previsto per il 3797 quando finiscono le profezie
lasciate da Nostradamus.