Piero Gros , Intervista di Slide al leggendario sciatore


Campione del Mondo nel 1974 e Medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Innsbruck.
Piero Gros
Intervista di Slide al leggendario sciatore della “Valanga Azzurra”di Marco Aurora e Stefania Spadafora – Slide Torino / alcune info tratte da Wikipedia



Era il 1974 quando “Pierino” Gros, mitico campione della “Valanga Azzurra” alzava al cielo la Coppa del Mondo assoluta di sci alpino. Aveva solo venti anni. Esordì in questa competizione due anni prima, vincendo due gare e diventando il più giovane vincitore di una gara di Coppa del Mondo di sci alpino maschile, aveva appena diciotto anni.
Nel 1976, ai Giochi Olimpici invernali di Innsbruck 1976 vinse la medaglia d'oro in slalom speciale ed entrò nella leggenda. Ora è qui di fronte a noi, a Sauze d’Oulx, in una sala dello splendido negozio di Carlo Besson, un suo caro amico, anch’egli ex-campione di sci.
Piero è nato qui e da qui non si è mai allontanato. Oggi si prende cura dei suoi splendidi appartamenti arredati con gusto nel rispetto della tradizione montana e curati nei minimi particolari, che affitta a turisti selezionati.

Cosa ti lega così tanto a Sauze?
Io a Sauze ci sono nato e ho anche girato tutto il mondo, ma Sauze è un piccolo paradiso fatto su misura per gli sciatori. Qui il paesaggio è incantevole e l’atmosfera è suggestiva. Sauze è esposta tutto il giorno al sole e avere la fortuna di sciare in mezzo ai boschi fa sì che la neve si mantenga meglio e più a lungo e, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità, il bosco è di sicuro aiuto con punti di riferimento e possibilità maggiori che la nebbia si diradi. Inoltre si è anche riparati dal vento: qui si scia sempre e le condizioni di sciabilità sono sempre perfette.

Parlando invece di sicurezza sulle piste, quali sono i consigli che daresti a tutti gli appassionati per evitare incidenti e infortuni?
Certo è che gli sci di oggi per la loro conformazione portano a velocità più elevate e di conseguenza ci va maggior esperienza e capacità per “domarli”. Nelle gare di Coppa del Mondo inizia a esserci una rivoluzione: minor sciancratura e maggior lunghezza che diminuiscono considerevolmente le probabilità di “spigolare” e di perderne il controllo. Va moderata la velocità che è l’unica causa da cui scaturiscono gli incidenti. Come in auto, anche sulle piste, è fondamentale avere il controllo della velocità. Bisognerebbe predisporre delle piste riservate agli sciatori che desiderano assaporare la velocità e le difficoltà dovute alla pendenza delle piste. Negli Stati Uniti ci sono piste “riservate” dove si scende a intervalli regolari l’uno dall’altro in modo da poter dare l’opportunità agli sciatori di “tirare un po’ di più” senza incorrere in pericoli generati da sciatori più inesperti e senza che la loro velocità sia pericolosa per gli altri.
Come si è evoluto il mondo dello sci nel corso del tempo, dagli anni dei tuoi successi ad oggi?
Odio fare il nostalgico ma è innegabile che le cose siano cambiate. Basti pensare che ai nostri tempi le piste erano piene di salti e gobbe. Le battevamo noi a piedi. Eravamo costretti a moderare la velocità. Oggi le piste sono liscissime e molto larghe. Ho la sensazione che lo sciatore di una volta fosse più in armonia con la natura, con il paesaggio.

Cosa diresti alle persone che ritengono lo sci uno sport eccessivamente costoso, non alla portata di tutti?
Non è comunque uno sport caro se si pensa al contatto con la natura, alla libertà e al senso di appagamento quando si scia. In fin dei conti il consumismo ora ci porta ad iscriverci in palestra per fare cyclette, spinning e tapis roulant quando si potrebbe comunque andare a correre al parco a costo zero…. C’è poi da dire che una grande passione giustifica grandi sacrifici. Quando ero Presidente dello Sci Club proponevo ai miei ragazzi di rinunciare a qualcosa, ad un pacchetto di figurine ad esempio, in modo da sorprendere i genitori acquistandosi da soli lo stagionale. La passione per lo sci, quella vera e profonda, permette di realizzare ogni cosa affrontando anche diversi sacrifici. Molte famiglie si trasferiscono qui per permettere ai propri figli di intraprendere l’attività agonistica. Per farlo ovviamente devono rinunciare a qualcosa ma sono dell’idea che le passioni non abbiano prezzo.

E per quanto riguarda l’acquisto o il noleggio delle attrezzature, come bisogna comportarsi per fare le scelte giuste?
Consiglio sempre di affidarsi a persone esperte, che sappiano indicare le soluzioni più adeguate in base al livello di abilità di ogni sciatore. Non occorrono grandi cose, è fondamentale rifare periodicamente fondo e lamine: ormai ci sono macchinari in grado di rendere lo sci come nuovo a costi davvero contenuti.

Come mai in Italia abbiamo difficoltà a “sfornare” grandi campioni?
Innanzitutto c’è la conformazione territoriale decisamente diversa rispetto a Paesi come l’Austria ma soprattutto c’è una cultura sportiva ben diversa, è lo sport nazionale. L’Austria investe tantissimo nello sci e di conseguenza raccoglie grandissimi risultati. Bisognerebbe investire di più sui ragazzi riservando loro delle tariffe particolari per lo stagionale, tariffe che variano con l’età fino a pagare la tariffa piena solo al compimento dei 14/16 anni.

Per concludere, ritieni che le Olimpiadi di Torino 2006 siano state utili per promuovere lo sviluppo dello sci italiano?
Torino 2006 è stata una grande vetrina per il territorio piemontese e per l’Italia nei confronti di coloro che non immaginavano di trovare così tanto sul nostro territorio. Una vetrina che ha attirato tanti stranieri grazie anche alla promozione del territorio che viene fatta all’estero.

La nostra chiacchierata è arrivata al termine e “Pierino” non ci può che dare appuntamento sulle piste delle Montagne Olimpiche!