Contratti fasulli o firme false.
Come ti frego con il GAS!
Il call center : l'incubo
degli italiani
di Tommaso Torri
Messe nere, rituali esoterici, evocazioni delle anime dei trapassati con l’unico obiettivo di… far firmare alle persone decedute un contratto per la fornitura di servizi come gas, luce o telefono. In Italia può succedere anche questo e, con la liberalizzazione delle utenze, non di rado capita di trovarsi in casa dei solerti venditori che cercano di rifilare un nuovo contratto. Promotori talmente tanto bravi che, come la cronaca ci racconta, riescono a convincere anche i morti a firmare per una nuova fornitura di gas o di elettricità. Nel panorama di queste truffe, inoltre, non mancano contratti che recano firme false, o riempiti dopo la loro sottoscrizione, magari aggiungendo anche il gas alla luce o viceversa.
Come era già accaduto quando si era aperta la liberalizzazione delle compagnie telefoniche, nell’ultimo anno succede nella fornitura dei servizi energetici tanto che, nel 2011, il fenomeno di clienti energetici ai quali era stato cambiato a loro insaputa il contratto di luce e gas è lievitato del 68%. Sempre nel 2011, ultimo anno i cui dati sono stati comunicati in maniera completa, i reclami presentati alle varie associazioni dei consumatori sono stati oltre 120 mila e hanno riguardato truffe e disservizi relativi sia all’energia elettrica che al gas. Inoltre, nei primi mesi del 2012, le segnalazioni di questo genere di truffe sono aumentati del 30% rispetto al 2010. Le regioni che più sono colpite da questi contratti fasulli, che nei casi più grotteschi risultano essere firmati da persone decedute da svariati anni, sono Campania, Lazio, Puglia e Toscana. Ma anche Lombardia e Marche dove le varie Procure stanno indagando per falso in scrittura privata.
La maggior parte dei casi è da imputare ai solerti promotori che, porta a porta, illustrano ai vari padroni di casa tutte le varie possibilità per avere una bolletta meno pesante. E, in questi tempi di crisi, sentire parlare di sconti e agevolazioni è sempre una bella notizia peccato che, se non si sta attenti, una chiacchierata dall’aria innocente si può trasformare nella stipula di un contratto non voluto. I venditori, pagati con una percentuale sui contratti che riescono a far stipulare, spesso e volentieri cercano di forzare un po’ troppo la mano ai possibili clienti. Nella maggior parte dei casi sono venditori bravissimi e onestissimi. Nella maggior parte dei casi. Ma, a volte, ci sono agenti di vendita che compilano i contratti semplicemente leggendo sui nomi del campanello di casa e gli ignari proprietari si accorgono dell’inghippo solo quando arriva la prima bolletta. Secondo le stime più recenti l’84% dei contratti non voluti viene appioppato alle famiglie e ad essere più colpita è quella fascia di utenti che dovrebbe essere più tutelata: gli anziani.
Quando si scopre che le proprie
bollette hanno cambiato gestore, però, non sempre è facile venirne
a capo anche perché si entra nel girone infernale dei call center.
Attese di proporzioni bibliche, difficoltà nel fornire alla prima
telefonata tutti i dati necessari e una certa scontrosità di chi si
trova all’altro capo del filo portano ad arrabbiature su
arrabbiature. Con l’utente che, già scocciato nel dover risolvere
un problema causato da altri, prova ad alzare un po’ la voce con
l’operatore di turno ecco che “magicamente” la linea cade
costringendolo a una nuova telefonata, a una nuova attesa e a un
nuovo muro di gomma con cui scontrarsi. Purtroppo l’utente
invischiato in questo genere di truffe non può nemmeno utilizzare,
come forma di protesta, il rispedire al mittente la fattura
incriminata perché l’azienda erogatrice, fidandosi ciecamente del
“buon” operato dei propri venditori, è immediatamente ligia a
staccare le varie utenze.
Visto l’aumento esponenziale di
questo tipo di raggiri, in aiuto dei consumatori fortunatamente è
intervenuta l’Autorità per l’Energia che ha imposto alle aziende
fornitrici di servizi che, nel caso vengano
stipulati contratti “porta a porta” o telefonici, che le società
di vendita dovranno prima telefonare al cliente o inviargli
una lettera per acquisire conferma dell’effettiva volontà
di aderire all’offerta. In pratica, con l’introduzione di questo
nuovo regolamento, adesso sono i venditori a dover provare l’assenso,
da parte del cliente, al contratto e non, come avveniva, l’utente a
dover provare che la sua accettazione gli è stata carpita. A
ulteriore garanzia del cliente, la “procedura di ripristino”
prevede che, nel periodo di fornitura relativo al contratto non
voluto, venga applicato il prezzo di tutela, scontato della
quota di remunerazione dell’attività del venditore. L’Autorità
ha infatti deciso che alla società di vendita che ha concluso
un contratto mai richiesto non venga riconosciuta la componente
relativa alla commercializzazione al dettaglio.
Purtroppo, però, questo tipo di
intervento non sembra scoraggiare quanti si aggirano tra i condomini
delle varie città, o nelle case di periferia abitate da anziani soli
e sprovveduti, in cerca di “polli” a cui affibbiare un contratto.
Basta semplicemente fare una ricerca in rete, o leggere le cronache
cittadine,
per capire quanto questo fenomeno sia ancora diffuso. Quando si
presenta alla porta di casa qualcuno che, ben vestito e munito di
targhetta, ci fa credere di essere “quello della luce e del gas”
arrivato per farci esercitare il diritto di risparmiare sulla
bolletta bisogna immediatamente drizzare le orecchie e fare
attenzione a quello che ascoltiamo ed alle carte che ci presentano.
Chi vuole vendere un contratto di fornitura di luce e gas deve
palesare in modo chiaro il nome dell’azienda a cui appartiene,
spiegare il contenuto dell’offerta, lasciare all’utente una
documentazione informativa e ritornare in caso di nuovo contatto o di
interesse da parte del consumatore. Con il mercato libero non
esistono più “quelli della luce e del gas”, ma aziende precise
che quando suonano al campanello di casa devono dire chiaro e tondo
chi sono e cosa vogliono vendere. Altrimenti non saremo di fronte ad
un mercato libero, ma ad uno selvaggio e senza regole, dove per
strappare un contratto di fornitura non si esiterà a mentire persino
sulle effettive opportunità di risparmio. E, in italiano, casi come
questi si chiamano truffe.