Che esista vita nello spazio lo ha ammesso anche il premier russo, Medvedev, nel suo ormai celebre fuorionda televisivo andato in scena lo scorso dicembre. Al termine dell’intervista, alla domanda del giornalista se il governo russo avesse dei dati sugli alieni, Medvedev ha fatto alcune interessanti rivelazioni. “Certo – ha assicurato il premier. – Insieme alla valigetta coi codici nucleari, i presidenti ricevono informazioni riservatissime sugli sbarchi di extraterrestri sulla terra. Sono tanti, ma non si può dire per non scatenare il panico. Esiste anche un servizio segretissimo che controlla la stuazione e che riferisce al governo. C’è di più, ma basta guardare certi film come Man in Black. Lì c’è già tutto quello che uno deve sapere”. Il sospetto che il premier, già pizzicato in passato con troppa vodka in corpo, scherzasse ha sfiorato molte persone ma, di fatto, la sua rivelazione ha riacceso la fantasia di chi crede negli alieni. Il premier russo, comunque, non è il primo politico di altissimo livello che ha scatenato un putiferio sugli alieni perché, nel 1969, il futuro presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, mentre concorreva per la carica di governatore della Georgia, raccontò di aver visto un Ufo a Leary mentre stava recandosi ad una conferenza delLions Club. Il giornalista scientifico Robert Sheaffer ha condotto un'indagine ed è arrivato alla conclusione che quella sera Carter vide in realtà il pianeta Venere.
Certo, le affermazioni di Medvedev non hanno scatenato lo stesso panico che, nel 1938, ha colpito le migliaia di cittadini americani che ascoltavano la celebre trasmissione radiofonica di Orson Welles però ha stuzzicato la fantasia di molti che, con la memoria, hanno ripercorso la storia dell’ufologia. In chiave moderna, uno dei primi fatti che ha portato alla consapevolezza che, forse, non siamo gli unici esseri viventi dell’universo è il “Caso Roswell”, avvenuto nel 1947, in una isolata cittadina del New Messico negli Stati Uniti. Qui, un agricoltore ritrovò nel suo campo una serie di frammenti che gli ufologi fanno risalire ai rottami di un disco volante esploso in volo durante la notte. Secondo i militari dell’Us Army, invece, si trattava di una banale sonda metereologica che era precipitata. Tra conferme, smentite e illazioni parte così la moderna storia dei dischi volanti che, da quasi un secolo, vede nell’incidente di Roswell il capostipite degli incontri ravvicinati del terzo tipo. La storia di quel primo contatto, nel corso degli anni, è stata più volte ripresa dai media e dagli appassionati che, in più occasioni, sostengono che oltre ai frammenti del disco volante precipitato, i militari statunitensi riuscirono a recuperare anche dei corpi alieni.
Nasce così l’ufologia e, tra colossali bufale, racconti verosimili e fatti inspiegabili, ci si continua a domandare cosa ci sia davvero nello spazio e, con l’avvento di internet, pigre conversazioni metafisiche hanno preso piede trasformandosi in ipotesi di complotti a livello governativo e facendo prolificare le testimonianze di chi dice di essere stato rapito dagli alieni. Se il gradino più alto del podio, per quanto riguarda avvistamenti e recupero di strani materiali, spetta agli Usa, non esiste angolo del mondo dove migliaia di persone sono pronte a giurare di aver visto un disco volante.
Nel 1954, al centro del mirino degli
alieni, c’è stata l’Italia e, in particolare, la città di
Firenze. Le testimonianze riportano l'individuazione di numerosi
oggetti non identificati di colore bianco a forma "di ali di
gabbiano". Altri testimoni riferirono di aver visto oggetti "a
forma di cappello da mandarino cinese". L'avvistamento
sarebbe avvenuto alle ore 14:20 sopra il Duomo, rimanendo visibile
per circa 15 minuti. Gli oggetti sarebbero provenuti da nord-ovest,
dalle Cascine, per poi proseguire verso sud-est, in direzione
di Rovezzano.L'evento ebbe numerose testimonianze a supporto e,
pochi minuti dopo la prima manifestazione, ebbe luogo un secondo
avvistamento, sopra i cieli dello stadio Comunale in cui si stava
disputando la partita Fiorentina-Pistoiese. La partita venne sospesa
poco dopo l'inizio del secondo tempo, per l'evoluzione di alcuni
oggetti non identificati sopra lo stadio. In seguito alle
manifestazioni sopra il duomo e lo stadio sarebbe seguita per circa
mezz'ora la caduta di filamenti di materiale appiccicoso, la
cosiddetta bambagia silicea o anche "capelli d'angelo".
La spiegazione ufficiale di questo evento, portata avanti dal Cicap,
fu che, in quella settimana, erano in corso esercitazioni militari
che facevano l'uso di chaff, contromisure per trarre in inganno il
sistema di puntamento degli aerei, che avrebbero creato riflessi nel
cielo. La presenza di filamenti, sempre secondo il Cicap, sarebbe
dovuta ad un fenomeno legato alla tecnica del ballooning messa
in atto da alcune specie di ragni per migrare. Questi ragni
producono dei lunghi filamenti biancastri, che portati dal vento
sollevano i ragni e li trasportano per lunghe distanze. Il periodo
della migrazione coincide con quello degli avvistamenti di Firenze.
Il fenomeno, praticamente ignoto all'epoca, è oggi stato spiegato e
documentato anche con riprese ed analisi chimiche.
In ufologia sono state accertate
diverse falsificazioni deliberate riguardanti avvistamenti di Ufo,
fotografie, filmati e documenti. Tra gli avvistamenti deliberatamente
falsificati, vi sono anche alcuni casi che sono stati considerati dei
classici della storia dell'ufologia, come l'avvistamento di Belesta
(Francia) del 1954 e l'avvistamento di San José de Valderas (Spagna)
del 1967. Tra i falsi reperti più noti, vi sono la foto scattata a
Petit-Rechain nel 1990 e il filmato ripreso a Città del Messico nel
1997.
Ad accendere i riflettori sulle
coperture ad altissimo livello di cui gli alieni, in visita sul
nostro pianeta, godrebbero ci ha pensato, negli anni ’90, il
celebre telefilm X-Files. In maniera sistematica, e per molti
veritiera, il detective dell’Fbi Fox Mulder traccia una serie di
congetture sull’operazione di copertura (cover-up) o insabbiamento
che, secondo vari autori di ufologia, sarebbe stata attuata in modo
sistematico a partire dagli anni cinquanta del Novecento dalle
autorità militari e governative di diversi Stati (ed in particolare
degli Stati Uniti), con la volontà di nascondere la presunta realtà
sugli avvistamenti all'opinione pubblica. Tali idee hanno trovato
forma in una teoria del complotto che presenta alcune varianti a
seconda degli autori. Le autorità avrebbero in vari casi
giustificato i presunti fenomeni ufologici con fattori ritenuti
incongruenti dagli ufologi stessi e ridicolizzato le relative
testimonianze. I casi di "cover-up" elencati nella
letteratura ufologica sono molteplici ma il più conosciuto è quello
del cosiddetto incidente di Roswell. È opinione comune tra gli
ufologi che la copertura sul caso Ufo sia giustificato dalla volontà
da parte degli Stati di non mettere a repentaglio la salute
psicologica dei cittadini, presumendo che la rivelazione pubblica
dell'esistenza degli alieni potrebbe innescare la diffusione del
panico popolare con gravi conseguenze; i sostenitori delle teorie del
complotto sul tema parlano inoltre della necessità di nascondere le
tecnologie "aliene" di cui essi presumono siano in possesso
i vari governi. Il 7 novembre 2011 la Casa Bianca, attraverso un
comunicato ufficiale, a seguito di una petizione firmata da 5000
americani, afferma che non hanno nessuna prova dell'esistenza degli
Ufo.