Paolo Zucca fa goal con ‘’L’arbitro’’

Paolo Zucca fa goal con ‘’L’arbitro’’
di Silvia Bertocchi - Slide

Il film ‘’l’arbitro’’ è uscito il 12 Settembre in tutta italia per la regia dell’oristanese Paolo Zucca. Vanta tra i personaggi principali un serio ed impegnato Stefano Accorsi come non ti aspetti di trovarlo, nei panni dell’arbitro Cruciani, determinato a destreggiarsi tra vicende più o meno gravi di corruzione di cui il calcio dei giorni nostri è sfortunatamente pregno, ma Paolo Zucca ci spiega che non è un film sul calcio, e nemmeno sulla Sardegna e Geppi Cucciari (la Miranda del film) tiene puntualizzare si tratti semplicemente di ‘’un bel film’’. La pellicola è in bianco e nero ma ti pare di vederla colorata, colorata dal linguaggio sardo, un po’ sgangherato, dai paesaggi sterminati e da quel retrogusto puro che la Sardegna custodisce. E poi c’è il calcio, o per lo meno quello che l’Atletico Pabarile (squadra di terza categoria chenon ha mai vinto una partita) intende per tale. Siamo in un paesino che non trovi sulle carte geografiche ma che nasce dalla fantasia di Zucca, regista che incontro prima dell’inizio della prima cagliaritana del film per un’intervista:

D- Ciao Paolo, complimenti per il tuo lavoro. ‘’L’arbitro’’ è stato molto apprezzato dalla critica e in generale ha collezionato vari successi, uno su tutti al festival di Venezia, questo fa ben sperare per l’uscita nelle sale. Com’è vivere questa esperienza da regista?
R- Non mi aspettavo assolutamente tanta attenzione mediatica, basti pensare che hanno parlato del film il TG1, TG2 e anche critici del calibro di Ferzetti e Mollica che io ammiro particolarmente. È senza dubbio frastornante, ora come ora, ritrovarsi in un vortice di questo genere anche se ovviamente molto appagante. Siamo tutti molto contenti, ovviamente non ero abituato a questo genere di attenzioni che la critica ci ha riservato, sono una persona molto sulle sue: passo la giornata a scrivere sceneggiature perché fare il regista è il mio lavoro e non un hobby, non uso face book né altri social networks perché mi distrarrebbero dal mio obbiettivo principale: dedicarmi al mio lavoro.

D- Quali sono le tue aspettative per ‘’l’arbitro’’?
R- Oggi ‘’l’arbitro’’ esce in 62 sale, che per un’opera prima di un regista non noto è già abbastanza e chiaramente spero che si possa ampliare allargando il raggio di distribuzione. Più avanti inizieremo a portare il film in giro per i festival, ‘’l’arbitro’’ sarà in concorso in più di cento festival, ad esempio a Ottobre concorrerà in Korea al festival di Butan come unico film italiano.

D- Raccontaci la scelta del bianco e nero in questo film…
R- Ho scelto il bianco e nero per rendere l’idea di un luogo immaginario, il paese dove il film si svolge non esiste, è astratto. È un po’ quello che è ‘’Macondo’’ per Garcia Marquez, un luogo dell’anima. È un film profondamente sardo ma non incentrato sulla Sardegna, terra che ho cercato di raccontare e che mi sono immaginato.

D- In che senso?
R- Non parlo solo di Sardegna, e nonostante il film sia incentrato su un bizzarro campionato di calcio di terza categoria, tra sconfitte, vittorie, tiri a segno… non voglio che passi nemmeno sia un film sul calcio; è molto importante il percorso di ascesa professionale di Cruciani (Stefano Accorsi n.d.r.), è un film sulla fragilità umana.

D- Tu, appunto, hai lavorato con un attore del calibro di Stefano Accorsi, descrivicelo con un aggettivo…
R- Professionale.
Dopo aver concluso la mia intervista con Paolo Zucca, incontro Geppi Cucciari, volto noto della televisione italiana, già da qualche tempo prestato al grande schermo. Nel film interpreta Miranda, la giovane figlia di Prospero (Benito Urgu), allenatore cieco dell’ Atletico Pabarile. Ironica nell’ interpretazione, spietata ma dal cuore buono, si innamorerà del bomber Matzuzi (Iacopo Cullin), suo vecchio compagno di scuola.

D- Geppi, tu sei originaria di Macomer, com’è stato recitare in un film che racconta la tua terra ora che sei diventata un volto noto ai più? L’hai vissuta un po’ come un ritorno alle origini del tuo successo e, perché no, della tua vita?
R- Le origini non le ho mai perdute, sono molto legata alla mia terra e ci torno spesso. È stata particolare come esperienza lavorativa perché ho potuto prendere parte ad un film pensato e diretto da un regista sardo e il tutto dormendo a casa mia. È importante passasse, però, che questo non è un bel film sardo: è un bel film.

D- Vi aspettavate questo genere di consensi da parte della critica e l’accoglienza che la pellicola ha ricevuto?
R- Il nostro auspicio è che l’attenzione e la stima che la critica ha riservato a questo film sia coerente con quella che sarà l’accoglienza del pubblico. Anche perché esiste una dimensione artistica e di valutazione e poi ne esiste un’ altra commerciale.

D- Com’è stato lavorare al fianco di un professionista come Stefano Accorsi?
R- Io e Stefano non abbiamo scene assieme ma ci siamo conosciuti comunque in occasione di questo film. Credo che l’aver detto di sì ad un giovane regista ci dia un’idea, ancora una volta, della sua grandezza.

D- Previsioni? Ormai sei un’ attrice affermata, credi di continuare su questa linea?
R- Io non mi considero ancora un’ attrice, diciamo che mi sono trovata a recitare, ma non mi sento ancora tale. Sto studiando per diventarlo e continuerò a farlo. La settimana prossima prenderò parte al nuovo film di Veronesi e a Febbraio uscirà quello che ho fatto con Luca e Paolo per la regia di Davide Marengo, quindi questo periodo mi sto dedicando molto alla recitazione. Mi sento una persona che, grata delle occasioni che le ha dato il destino, cerca di approfittarne studiando.