Editoriale di Devis Paganelli / SLIDE FEBBRAIO 2014

Si scrive Sanremo ma si legge scandalo! Il Festival più famoso d'Italia, terminato forse il percorso del pessimo evento 2013 di Miss Italia, ritorna con Fazio e la Littizzetto. Ci sarà da ridere e da ascoltare. La bella musica non mancherà, così come non mancheranno polemiche e colpi di scena. Del resto il Festival di Sanremo è stata una telenovela infinita di contestazioni, plagi, insulti, litigi, un tentato suicidio e addirittura un suicidio ( Tengo 1967 ).
La rassegna più nazional-popolare di carattere canoro in Italia, che fa da trampolino per molti e da passerella per altri, rimane comunque un grande punto di riferimento della televisione nazionale. Forse pochi ricordano i corteggiamenti con visite notture ( forse ) di Walter Chiari in camera di Mina durante il festival del 1961 ( così almeno dicevano i giornali dell'epoca ). Nessuno ricorderà l'allontanamento bigotto di Mina dalla Rai per la relazione dell'epoca con Corrado Paini ( già sposato ), o le centinaia di pagine dedicate a Milva ventiduenne che si sposava con Maurizio Corgnati cinquantenne. E che dire della Bertè con il finto pancione nel 1986 o del seno scoperto di Patsy Kensit nel 1987? Poi arrivano gli applausi registrati che fanno rabbrividire la critica e i costi megagalattici per un festival in onda sul canale di Stato! Si passa inoltre dagli interrogatori a Peppino di Capri per le presunte tangenti di Sanremo fino ad arrivare alle dichiarazioni di Pupo che fecero tremare il concorso : "La mia casa discografica spese venticinque milioni, io ne spesi altri venticinque e altri venticinque il mio manager, per comprare le schede del Totip" ( nel 1984 si poteva votare attraverso i tagliandi di gioco Totip ).
Il caos mediatico genera audience, tant'è che in passato le edizioni prive di risonanza data da eventi o questioni clamorose, sono rimaste dimenticate. Insomma, come si suol dire, bene o male purché se ne parli. Le canzoni? A quanto pare sono un dettaglio.