VERSO LA STRATOSFERA: Altomare & Bollani


“La Gnòsi delle Fanfole è una stupenda raccolta di poesie di uno straordinario personaggio, Fosco Maraini (scomparso nel 2004), scienziato naturale, letterato, viaggiatore, grande conoscitore dell’oriente, insegnante di lingua e letteratura giapponese, padre della scrittrice Dacia Maraini, infine inventore della “poesia metasemantica”, composta di termini inventati, privi di senso se non per quello, obliquo, conferito advert essi dal loro stesso suono. Chi prenda in mano il libro di Baldini Castoldi Dalai rimarrà immediatamente folgorato fin dalla prima poesia, “Il lonfo”. Il quale – vi si legge – “non vaterca né gluisce / e molto raramente barigatta, / ma quando soffia il bego a bisce bisce / sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta”… 

Fosco Maraini

Di fronte a ciò, non stupisce che un geniale burlone come Stefano Bollani, grande giocoliere dei linguaggi non solo musicali, abbia adocchiato la Gnòsi delle Fanfole già molto tempo fa, quando a metà anni ’90 decise di metterla in scena assieme alla voce e alle chitarre di Massimo Altomare, suo collaboratore in numerose eclettiche avventure. Al centro dell’thought musicale, per rimanere prossimi allo spirito della “metasemantica”, il tentativo “di comporre canzoni che ricordassero qualcosa di già esistente senza sconfinare nel plagio giocando a inventare un mondo dove gli elementi erano riconoscibili ma venivano usati in maniera diversa, per creare sonorità inedite. 

Riunito un gruppo di musicisti (tra i quali già figurava Mirko Guerrini, ancor oggi suo frequente compagno di viaggio, e tra gli altri la violinista Beatrice Bianchi, il chitarrista Riccardo Onori, il contrabbassista Milko Ambrogini e il batterista Walter Paoli) che all’epoca proposero spesso il lavoro anche dal vivo, il disco uscì nel 1998 per una piccola etichetta, la Sonica, che fallì subito dopo. Ne furono vendute solo 1200 copie, nonostante la genialità, l’ottimo risultato – molti i brani nei quali la ricerca di sonorità inedite nella loro riconoscibilità riesce nel suo intento – e il plauso dello stesso Maraini – “Avevo sempre sognato qualcosa di simile! Ora posso finalmente ringraziare Massimo Altomare e Stefano Bollani d’aver risposto telepaticamente al folle silenzioso invito” – che del resto aveva sempre detto che la poesia metasemantica necessitava di esser letta advert alta voce, se non cantata.

la copertina dell’edizione originale del quantity

Ma il ricordo rimase, spingendo molti a chiederne una riedizione. Uscì nel 2007, non come semplice disco, ma come libro di poesie con CD allegato. La registrazione è stata in parte rivista, ma – a detta degli autori – rimane nella sostanza fedele alla prima. L’aggiunta forse più toccante è la traccia (NDR – qui come bonus observe) nella quale, con l’accompagnamento di Bollani al pianoforte, è lo stesso Maraini a recitare “Il giorno advert urlapicchio”  con la sua voce e il suo accento toscano, che – come ancora annotano Bollani ed Altomare – “in bocca a lui, che parlava dodici lingue e aveva girato il mondo, sembra venire davvero dai maberi di un tempo agglutinato”.

E’ tutto. Prima di lasciarvi mi corre un ringraziamento al nostro amico Luca, che mi ha inviato i file dell’album. A voi tutti auguro buon ascolto

la copertina dell’edizione 2007 (libro + CD)

Submit by George – Music by Luca



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