Negli ultimi anni, la medicina della riproduzione ha compiuto passi importanti nella lotta all’infertilità. Tra le innovazioni più promettenti c’è la rigenerazione ovarica con cellule staminali mesenchimali, una tecnica non invasiva che potrebbe offrire nuove possibilità a donne con bassa riserva ovarica o menopausa precoce. Ne parliamo con il Dr. Angelo Tocci, ginecologo e andrologo con una lunga esperienza nella ricerca scientifica sulle cellule staminali, responsabile del Gruppo Donnamed, primo centro in Italia a proporre un protocollo standardizzato in questo campo.
Dottor Tocci, qual è stato il percorso che l’ha portata a occuparsi di fertilità ed innovazione in ginecologia?
Sono ginecologo ed andrologo, laureato e specializzato al Policlinico Gemelli di Roma. Ho svolto attività di ricerca scientifica sulle cellule staminali in Italia, presso l’Istituto Superiore di Sanità, e all’estero, all’Unità U80 di Lione e all’Imperial College di Londra. Inizialmente mi sono occupato di cellule staminali embrionali e fetali, poi negli ultimi anni ho concentrato l’attenzione sulle cellule staminali ovariche, con l’obiettivo di affrontare i casi di infertilità dovuti a bassa riserva ovarica.
Cos’è la rigenerazione ovarica e a chi si rivolge?
Si tratta di una metodica che mira a riattivare la funzione ovarica nelle donne che hanno pochissimi ovociti residui, condizione che può derivare da età avanzata, motivi genetici, interventi chirurgici o malattie. Il nostro protocollo si rivolge soprattutto a due categorie di pazienti: donne giovani con menopausa precoce di origine genetica; donne in età più avanzata, nelle quali la riduzione del numero e della qualità degli ovociti è legata al naturale invecchiamento ovarico.
Molte di queste pazienti non vogliono ricorrere alla ovodonazione e desiderano tentare di avere un figlio geneticamente proprio.
In cosa consiste il vostro protocollo e cosa lo rende innovativo?
Il nostro centro, Gruppo Donnamed, è l’unico in Italia a utilizzare un protocollo non invasivo di rigenerazione ovarica con cellule staminali mesenchimali.
La maggior parte dei centri che propongono il ringiovanimento ovarico utilizza il PRP (plasma ricco di piastrine), che richiede anestesia generale e che, secondo la letteratura scientifica, ha dato risultati limitati. Noi invece utilizziamo cellule staminali mesenchimali prelevate dalla paziente stessa, che agiscono come cellule di supporto allo sviluppo dei follicoli.
Il trattamento si svolge in giornata: prelievo, isolamento delle cellule, reinfusione ovarica con anestesia locale. L’equipe è composta da me, la Dottoressa Carolina Fossati, un’ematologa esperta in isolamento di cellule staminali ed un tecnico di laboratorio specializzato.
Quali risultati avete osservato finora?
Nei casi “responder” abbiamo riscontrato:
- Raddoppio della riserva ovarica in sei settimane, misurato con ecografia tridimensionale e dosaggio dell’AMH (ormone antimülleriano).
- Aumento del numero di follicoli antrali e miglior sincronizzazione.
- In alcune pazienti, ripresa del ciclo mestruale e miglioramento della libido.
Grazie a questi risultati, donne che prima non avrebbero potuto affrontare una stimolazione ovarica ora hanno potuto accedere alla fecondazione in vitro con possibilità concrete di ottenere ovociti propri.
Come si fa a capire se una paziente può trarre beneficio dal trattamento?
Il primo passo è una valutazione approfondita della riserva ovarica. Effettuiamo consulenze in presenza o online, analizzando esami già eseguiti come dosaggi ormonali e ecografie. La selezione è fondamentale: il trattamento è indicato solo a pazienti con riserva ovarica minima e che abbiano escluso la via dell’ovodonazione. È importante chiarire che non tutte rispondono al trattamento e che non esiste la garanzia di gravidanza: parliamo di una possibilità in più, non di una soluzione certa.
Quante coppie si rivolgono al suo centro ogni anno?
Seguo circa 500 coppie l’anno con varie problematiche di fertilità. L’età media delle mie pazienti è di 39 anni, ma tratto anche casi di ventenni in menopausa precoce. La riduzione della riserva ovarica è una delle sfide più frequenti e la rigenerazione ovarica rappresenta oggi una delle opzioni più innovative che possiamo offrire.