L'Aquila,
a tre anni da quella notte.
Dott.ssa,
ogni notte dal terremoto dell’Aquila, si ripete lo stesso incubo:
“Sono a letto, mi addormento. Improvvisamente il buio, un sogno
strano, inquietante, breve vivido, e vero, quanto quelle urla che dal
sonno mi risvegliano. Le urla di Andrea che afferrandomi per un
braccio tenta di trascinarmi verso di sé mentre tutto intorno la
casa risuona. Stordita e sperando di stare ancora sognando, inizio la
mia corsa dietro ad Andrea nell'intento di arrivare sotto
l'architrave della porta d'ingresso... dopo poco un battiscopa si
stacca dalla parete bloccandomi il passaggio, lì per un attimo la
mia corsa si interrompe. Finalmente poco dopo la meta: io e lui siamo
al riparo sotto l'architrave, insieme eppure soli mentre tutto il
mondo crolla rapidamente intorno a noi. Il nostro silenzio è
immobile, non un abbraccio, non una stretta, e la casa che stride, si
contorce, con il rumore di un foglio strappato davanti ad un
microfono, e il ruggito della terra, ci inghiotte per 38 secondi... i
più lunghi della mia vita. Vedevo davanti a me sportelli di antiche
credenze che si aprivano e richiudendosi sbattevano violentemente,
cristalli di un grande lampadario che rovinavano a terra uno ad uno,
piatti, bicchieri e ogni altro oggetto presente veniva giù ma la mia
attenzione era rivolta verso la parte alta della casa, che sembrava
ruotasse emettendo un rumore insopportabile”. ….Non ho più
l’energia e l’interesse di fare le mie cose, come studiare,
lavorare divertirmi con gli amici. Anche la mia storia di amore è
cambiata sono sempre nervosa e poco tollerante con lui, ho bisogno di
aiuto, non so cosa fare. Spero che lei mi possa aiutare!
Carissima Elisabetta,
certamente il suo vissuto esprime l’accumulo di uno stress ed un
trauma non superato. Cofer e Appley (1964:453) definiscono lo stress
come «lo stato di un organismo, che subentra quando l'individuo ha
riconosciuto che la sua salute (o la sua integrità) è in pericolo e
che egli deve impiegare tutta l'energia possibile per difendersi e
proteggersi». Se uno stress perdura a lungo nel tempo, come nel tuo
caso, si può verificare una sindrome che presenta tre fasi tipiche:
una reazione di allarme, che consiste in uno shock iniziale con
diminuita capacità di resistenza e nella successiva mobilitazione
dei meccanismi di difesa; una fase, quindi, di resistenza con
conseguente adeguamento; ma - se lo stress perdura - seguirà una
fase di esaurimento, caratterizzato dal crollo del comportamento di
adattamento, dal momento che esiste solo una quantità limitata di
"energia di adattamento", energia che viene consumata da
forze fisiche e psichiche di integrazione, che possono essere
chiamate al lavoro fino al loro esaurimento (Selye, 1950). Pertanto,
uno stimolo stressante gravoso e non risolto determina cambiamenti
nell'equilibrio di personalità dell'individuo fondamentali e
talvolta drastici, i quali portano a loro volta a una dilazione
estremamente dannosa dell'omeostasi dell'organismo. Holmes (Bonaiuto,
1970) ha dimostrato che un’elevata frequenza di stress nella vita
delle persone si accompagna a sintomi patologici di depressione o ad
altre ripercussioni morbose. Egli ha elaborato una dettagliata
tabella in base alla quale, avendo assegnato ad ogni evento che
comporta uno stress un punteggio, è possibile calcolare
numericamente la quantità di stress a cui una persona è stata
sottoposta; infine, ha concluso che se il punteggio totale di stress
di un individuo supera i 300 punti, vi è l’80% di probabilità che
il soggetto presenti gravi turbe depressive o altre sindromi. Tu hai
subito un evento traumatico protratto nel tempo (terremoto) che ti ha
procurato dei gravi disturbi; hai pensieri ricorrenti e ansie
relative al trauma, non tolleri alcuno stimolo che sia ricollegabile
all'evento traumatico; non riesci ad accettare e a sopportare i
disagi e le limitazioni conseguenti agli eventi del terremoto;
presenti un’evidente attenuazione della reattività generale;
dilaganti risultano il livello di stress e di ansia; preoccupante
risulta la riduzione dell’affettività con conseguenze negative nei
rapporti intimi, amicali e sociali; inoltre, presenti anche disturbi
del sonno, l’ipervigilanza e l’irritabilità, la difficoltà di
concentrazione e il costante stato di agitazione. Tale
sintomatologia si è mantenuta, acutizzandosi, per un periodo
superiore al mese: ormai infatti sono passati quasi tre anni e i
sintomi non sono certo migliorati, anzi, con il passare del tempo,
vanno cronicizzandosi strutturandosi nella personalità del soggetto.
Di fatto, l'ipotesi diagnostica è che - visto il protrarsi del tempo
- il Disturbo Post-Traumatico da Stress sia evoluto in Disturbo Acuto
da Stress e che si stia strutturando uno stato depressivo piuttosto
grave (Disturbo Depressivo Grave) (American Psychiatric Association,
1994). Nella tua lettera, dichiari di sentirti depressa e di
sentirti inutile ed inadeguata ad affrontare le situazioni che devi
sostenere. Questi sintomi interferiscono largamente con il
funzionamento di importanti aree come quella sociale e quella
occupazionale: infatti, lamenti la paura e l’insicurezza costante
nell’iniziare la tua professione. Il tuo stato richiede
assolutamente un percorso terapeutico che ti faccia superare il
trauma per riprendere in mano la tua vita!