QUALCHE NUVOLA di Daria Pomponio


QUALCHE NUVOLA di Daria Pomponio

Una commedia italiana d’altri tempi, che rispolvera con grazia e senza mai calcare la mano l’annoso rapporto di amore/odio tra proletari ruspanti e alto borghesi snob e distratti. È l’opera prima di Saverio di Biagio, dal titolo Qualche nuvola, presentata alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia del 2011 nella sezione Controcampo Italiano e nelle sale nostrane dal 27 giugno. Nel film, tratto da una sceneggiatura scritta dal regista stesso e vincitrice della Menzione speciale al Solinas nel 2004, si rispolvera un topos classico della commedia romantica: quello del matrimonio e della relativa crisi pre-matrimoniale. Al centro della vicenda troviamo infatti Diego (Michele Alhaique), manovale in un cantiere prossimo al matrimonio con Cinzia (Greta Scarano), aspirante casalinga e madre di famiglia. Quando però l’ingegnere a capo della sua impresa edile (un perfido Pietro Sermonti) gli propone il restauro di un appartamento nel centro della Capitale, le certezze di Diego vacillano e il suo destino si fa più incerto. Ad abitare il lussuoso e galeotto loft trasteverino, troverà infatti la bella (e ricca) Viola (Aylin Prandi), con la quale intreccerà una relazione clandestina.
Ambientato in gran parte nel condominio del Quadraro noto come “il boomerang”, dove Mario Monicelli nel 1977 aveva girato Un borghese piccolo piccolo, Qualche nuvola è un ritratto della periferia romana accorato e sensibile, arricchito da un côtè di comprimari di gran classe, tra i quali spiccano il manovale interpretato da Giorgio Colangeli, l’amica del cuore della futura sposa Barbarona (Veronica Corsi, sovrappeso e, naturalmente, assai coatta), l’amico traffichino del protagonista Ivan (Primo Reggiani) e quello sacerdote Franco (Michele Riondino). Compare inoltre in un piccolo ruolo Elio Germano, uno degli attori più brillanti dalla nuova generazione, che qui indossa le vesti di un diabolico televenditore di letti e materassi. Ben confezionato e interpretato, il film di Di Biagio lascia ampio margine d’azione al suo protagonista Michele Alhaique, perfettamente credibile come borgataro tormentato, insoddisfatto e in cerca di nuove avventure. Abbiamo incontrato l’attore romano, interprete in questa stagione cinematografica anche dell’interessante Cavalli di Michele Rho (dove era al fianco di Vinicio Marchioni) e che vanta una comparsata di lusso nel musical hollywoodiano Nine di Rob Marshall, dove divideva la scena con Penelope Cruz, Sofia Loren e Nicole Kidman.

In Qualche nuvola tu interpreti Diego, un muratore ad un passo dal matrimonio, come hai affrontato questo ruolo?
Io sono cresciuto in borgata quindi queste persone le ho sempre viste intorno a me, quindi quello di Diego è un universo che conosco molto bene. Diego è un ragazzo orfano di padre che ha sempre pensato di dover fare come il genitore: provvedere alla famiglia lavorando duro dalla mattina alla sera senza avere troppi dubbi. Finché non incontra Viola questa ragazza che vive nel centro di Roma e rappresenta tyutto quel mondo che lui non ha mai incrociato e questo incontro comporta un aspetto positivo per il personaggio perché inizia a porsi delle domande.

Chi è Diego, il tuo personaggio?
Il personaggio di Diego non parla molto, noi non ascoltiamo i suoi pensieri, si confida con gli amici di sempre che hanno preso strade diverse: Michele Riondino che è diventato sacerdote e Primo Reggiani che incarna invece l’amico che ha intrapreso una deriva più vicina alla malavita. Diego è differente da loro, è un personaggio molto misterioso, quasi imploso e il bello del film è che non c’è una vera esplosione perché non c’è un vero confronto tra lui e la promessa sposa nonostante tutto quello che è successo, perché questo tipo di confronto è un vizio borghese, che non gli appartiene.

Il tuo personaggio sembra molto vero, reale
Fin da subito, leggendo la sceneggiatura mi sono accorto che i dialoghi erano molto naturali, efficaci, semplici da masticare. Questo mi ha permesso di entrare subito in sintonia con il regista e autore della sceneggiatura Saverio Di Biagio che mi ha fatto calare in quel mondo che lui conosce molto bene dell’edilizia, dove amici e parenti fanno lo stesso lavoro e vivono nello stesso posto, dove tutti si conoscono sanno tutto di tutti. E questa realtà nel film è mostrata molto bene.
Come è stato partecipare al festival di Venezia?
Al festival ero stato come studente, quando frequentavo il Centro Sperimentale di Cinematografia quest’anno invece sono tornato con ben due film Cavalli e Qualche nuvola, è stata un’emozione incredibile.