Intervista a Jaume Balaguerò che presenta BED TIME dall'horror al thriller psicologico


Intervista a Jaume Balaguerò che presenta
BED TIME
dall'horror al thriller psicologico
a cura di Laura Croce / Radio Cinema / Slide

Grazie alla “spaventosa” saga di [REC], il regista spagnolo Jaume Balaguerò ha raggiunto le vette dell’horror contemporaneo, diventando uno dei filmmaker più apprezzati nell’ambito di questo genere cinematografico. Prima di votarsi a uno stile fatto fi finto realismo, di riprese effettuate come se a girare fosse la videocamera di uno dei personaggi, Balaguero vanta una nutrita filmografia opere più classiche, con personaggi più complessi e psicologie più sottilmente delineate. E proprio a questo genere il regista è voluto tornare con il suo Bed Time, il cui protagonista è Cesar, il portiere di un palazzo di Barcellona che prova gusto nell’osservare le ansie e i tormenti dei suoi condomini, tanto da arrivare a perseguitare una ragazza troppo gioviale e allegra per i suoi gusti.
Jaume Balaguerò, questo film è un thriller psicologico, piuttosto diverso dalle sue produzioni più recenti. Com’è stato girarlo?
J.B.: Molto soddisfacente. Non mi è dispiaciuto affatto tornare a un film e a una forma di racconto più classica. Questo è il linguaggio normale del cinema, quello con cui ho girato i primi film e forse quello che prediligo. In realtà è [REC] l’eccezione: quello era un film in soggettiva e soprattutto in tempo reale, che ci ha imposto di non poter usare montaggio, musiche e altri effetti che si utilizzano normalmente nel cinema. Ritrovare questi elementi è stato indubbiamente piacevole.
La sceneggiatura, in questo caso, non è sua ma di Alberto Marini. Avete dovuto apportare modifiche all’originale?
J.B.: Sì, soprattutto perché l’originale si svolgeva a New York, mentre per motivi personali ci tenevo a girare il film in Spagna. Per cui abbiamo dovuto trasferire il tutto in un tipico palazzo di Barcellona. Poi abbiamo eliminato anche la voce fuori campo con le riflessioni del protagonista, perché ho preferito un tipo di racconto basato più sulla suspense.
Avendo collaborato appunto con Alberto Marini, che è italiano, si può dire che italiani e spagnoli parlano la stessa lingua in fatto di horror?
J.B.: Oggi in realtà tutti i registi del mondo parlano la stessa lingua, perché sono cresciuti vedendo più o meno le stesse cose, hanno lo stesso bagaglio, che è internazionale. Con videocassette e dvd abbiamo potuto vedere film hollywoodiani, cinesi e di ogni parte del mondo. I nostri punti di riferimento sono internazionali, e tra i miei di sicuro non mancano gli italiani. In particolare Dario Argento, Joe D’amato, Lucio Fulci, Mario Bava.
Parliamo di [REC] 4. Ci conferma che avrà dei riferimenti al secondo film della serie, e che sarà ambientato in una nave? Se dovesse avere successo, ci sarà un ulteriore sequel?
J.B.: Per me [REC] 4 è sicuramente l’ultimo, non per niente si chiama Apocalypse. Però non posso dire se ci sarà un seguito oppure no. Di sicuro ci saranno riferimenti alla fine di [REC] 2, ma anche molti cambiamenti che il pubblico non si aspetta. Per il resto: bocca cucita!
Dopo [REC] è esplosa la moda degli horror in stile found footage. Pensa che il genere ne benefici o che stia perdendo qualcosa?

J.B.: È normale che quando i film hanno successo siano imitati. In questo caso, secondo me, il genere era divertente all’inizio quando rappresentava ancora una novità, ma adesso ha fatto la sua epoca, o almeno a me non interessa più. [REC] però è molto diverso da tutti questi altri film girati come se fossero ripresi da videocamere di fortuna o di sicurezza. [REC] è girato tutto in soggettiva e soprattutto in tempo reale, il che vale a dire che non c’è alcun tipo di montaggio, che abbiamo messo l’occhio dello spettatore nella stessa cinepresa, gettandolo nel bel mezzo dell’azione e degli eventi raccontati. E sinceramente non mi sembra di aver visto altre cose del genere, anche perché devo dire che è piuttosto difficile da fare. La storia si deve sviluppare tutta sotto gli occhi dello spettatore e insieme all’azione. Per noi è stato arduo e non mi sembra che altri lo abbiano sperimentato. Il found footage è qualcosa di diverso e secondo me anche meno interessante.
È stato più arduo che costruire un personaggio dalla psicologia così complessa come quella del protagonista di Bed Time?
J.B.: Nel cinema non c’è mai niente di facile, purtroppo. Però la sfida è importante, e in questo caso è stata quella di avere una storia con un protagonista così profondamente sgradevole e perverso, ma comunque in grado di innescare l’attrazione e la partecipazione degli spettatori. Un personaggio così spiazza il pubblico, che si trova a parteggiare per il “Male” in una specie di gioco morale che era quello che mi interessava.
Alla fine di Bed Time, che domande dovrebbe porsi lo spettatore?
J.B.: Soprattutto domande sulla vulnerabilità della nostra privacy e della nostra intimità. In casa ci sembra di essere sicuri e protetti, ma c’è sempre la naturale paura di essere violati nella nostra intimità, e questo è ancora più vero a causa di tutte le tecnologie che ci collegano con il mondo esterno. Chiunque può sapere dove siamo in questo momento attraverso un semplice cellulare, la nostra intimità è sempre più fragile e questo genera paura.
Pensa questo periodo storico sia particolarmente adatto per simpatizzare con un protagonista così perverso come quello di Bed Time?
J.B.: Sicuramente sì, ma in realtà lo è sempre. Alle persone è sempre piaciuto identificarsi con il male, anche se ovviamente solo per finta. C’è sempre stata una “Sympathy for the Devil” . Ne Il silenzio degli innocenti, per esempio, il vero eroe è Hannibal, è lui quello che sta sui poster, non la detective.
Quindi quello che dobbiamo temere davvero è l’essere umano?
J.B.: Certo. Nella realtà non mi fanno certo paura zombi e vampiri, che non esistono, ma le persone. Sono loro che sono violente e chi mi spaventano.


SCHEDA FILM
Titolo originale: Mientras duermes
Regia: Jaume Balagueró
Sceneggiatura: Alberto Marini
Fotografia: Pablo Rosso
Montaggio Guillermo de la Cal
Musica: Lucas Vidal
Cast: Luis Tosar (César), Marta Etura (Clara), Alberto San Juan (Marcos), Petra Martínez (sig.ra Verónica), Iris Almeida (Úrsula), Carlos Lasarte (inquilino del 4ºB), Pep Tosar (padre di Úrsula), Margarita Rosed (madre di César)
Anno: 2011
Durata: 102′
Origine: Spagna
Genere: thriller
Produzione: Canal+ España, Castelao Producciones, Coser y Cantar, Cubica, Filmax Entertainment, Televisió de Catalunya (TV3), Televisión Española (TVE)
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: 27 luglio 2012

SINOSSI
Tutti noi sappiamo chi sono i nostri amici, ma i nostri conoscenti? Cosa sappiamo veramente di quelle persone che hanno un ruolo minore nella nostra vita di tutti i giorni? E quanto ne sanno loro su di noi? Cesar lavora come portiere in un palazzo di Barcellona. Non sa cosa sia la felicità e si accontenta di trovare le sue ragioni di vita giorno dopo giorno. Affronta il suo lavoro quotidiano praticamente ignorato dagli inquilini del palazzo, ma lui li osserva attentamente. Conosce i dettagli più intimi delle loro vite, sa tutto di loro, specialmente di una di loro. Clara è una giovane donna spensierata e contenta, che vede sempre il lato positivo nelle cose. Il suo approccio positivo alla vita e il suo costante buon umore fanno venire a Cesar la pelle d’oca. Non sarà contento fino a quando non sarà riuscito a cancellare quel sorriso dalla faccia di lei, una volta per tutte, perché Cesar si nutre del dolore degli altri. Gode dell’infelicità e delle angosce altrui e non c’è niente che ami di più che piantare il seme della disperazione e vederlo crescere. In Clara ha trovato la vittima perfetta, e si spingerà fino al limite più estremo pur di rendere la sua vita un inferno.

BIOGRAFICA JAUME BALAGUERÒ

Grazie ad uno stile unico e personale, questo giovane regista si è fatto conoscere e apprezzare nell’ambiente cinematografico fin dal suo primo film: Nameless – entità nascosta, accolto benissimo dalla critica e dal pubblico. Subito dopo ha realizzato Darkness, rivelatosi un enorme successo ai botteghini, interpretato da un cast di star, tra cui Ana Paquin, Lena Olin, Iain Glen e Giancarlo Giannini. Il suo terzo film, Fragile, nel quale c’erano attori del calibro di Calista Flockhart, Elena Anaya e Richard Roxburgh, è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2005. Anche il successivo progetto di Balagueró, To Let-Affittasi, è stato presentato a Venezia l’anno successivo. Il film fa parte della serie 6 film per non dormire, prodotti da Filmax Entertainment e da Estudios Picasso per Tele5. Nel 2007 e nel 2009, Balagueró ha girato [REC] e [REC 2] con Paco Plaza. Entrambi i film sono stati bene accolti dal pubblico e dalla critica e si sono piazzati al primo posto nella classifica degli incassi in Spagna. Il terzo film della serie è stato diretto da Paco Plaza ed è attualmente in fase di postproduzione. Il prossimo film di Balagueró sarà il quarto e conclusivo episodio della saga di [REC]: [REC] Apocalypse.