Maurizio Dosi: la parola ad un “servitore” del teatro.

di Giuseppe Scarpato - Slide Italia

Tra le svariate derivazioni che la recitazione offre, il teatro rappresenta oggi in Italia un territorio spesso vittima della mancanza di un adeguato “focus” da parte dei media, complici forse la più consistente attenzione riservata al mondo del cinema e della televisione. Se però è vero che da sempre queste due ultime forme di spettacolo hanno rappresentato una meta più ambita per chi sogna le luci della ribalta (considerando anche il maggior gradimento che in generale sembrerebbero avere tra il pubblico), spesso ci si dimentica che le figure più complete e formate, figlie di gavette in generale più dettagliate arrivano proprio dal teatro. Una tra queste è sicuramente rappresentata dalla bravura di Maurizio Dosi, attore milanese dalla vasta esperienza che pur non avendo ancora affrontato un ruolo da protagonista per il cinema o il piccolo schermo, a 40 anni vanta una carriera teatrale e musicale (perché tra le altre cose si occupa anche di musica) molto sfaccettata.


1) Come è nata la tua passione per il teatro e in generale per lo spettacolo?

Avevo 8 anni quando in un paesino in provincia di Bergamo, rimasi affascinato durante una festa di piazza da uno strumento dalle mille sonorità, la fisarmonica e il grande maestro che la suonava divinamente Mario Battaini, uno dei più grandi fisarmonicisti di livello internazionale. Chiamai mio padre e gli dissi “papà voglio imparare a suonare quello strumento”. Incominciai a prendere lezioni direttamente con lui, mentre uno degli altri grandi maestri che mi ha formato è stato Jimmy Bonetta. A distanza di anni, vedendo in televisione sceneggiati e film interpretati da attori straordinari come Totò, Gassmann, Vittorio De Sica e Alberto Sordi, sentivo

la necessità e la voglia di sperimentare anche altre discipline, prima fra tutte quella del teatro, che mi portarono alla conoscenza di due grandi personaggi. Uno di questi è Gianni Pettenati; scrittore, autore di musical, libri ecc. Lui mi consigliò saggiamente a 14 anni di iscrivermi a una grande accademia teatrale diretta dalla meravigliosa attrice Nicoletta Ramorino del Piccolo Teatro di Milano e dove ebbi anche come insegnante Narcisa Bonati, attrice per più di 50 anni accanto a Strehler e con le quali mi sono diplomato.
 
2) Puoi raccontarci le tue primissime esperienze di lavoro?

Grazie a mio zio, il mimo attore cabarettista Gianni Magni. Fu lui infatti a vedere in me un talento predisposto al cabaret, facendomi partecipare in diversi suoi spettacoli cabarettistici, presentati diverse volte dal Papà del cabaret, Walter Valdi. Poi ai 18 anni iniziai a frequentare il Piccolo Conservatorio sotto la grande guida di Umberto Fusco che mi seguì fino al conseguimento del diploma come maestro di musica e strumento presso il conservatorio Vivaldi di Alessandria.


3) Come si fa ad essere un attore e allo stesso tempo un musicista? Quale delle due 
attività ti rappresenta meglio?

Guarda si può essere tutte e due le cose contemporaneamente, basta saperle mescolare e gestire, cosa ovviamente possibile solo con l’esperienza. Ad ogni modo tutte e due le discipline per quanto mi riguarda hanno bisogno l’una dell’altra, spesse volte vanno insieme e tante altre indipendentemente, l’importante comunque è l’approccio che hai rispetto a tutte e due le cose. Devo dire che non c’è una di queste attività che mi rappresenta meglio, perché penso e spero di dare nel momento in cui ne sono protagonista quella passione e verità che credo facciano parte della mia persona.

4) Come valuti la situazione attuale del teatro italiano? Credi che in Italia questa forma d'arte sia valorizzata abbastanza?

Vorrei fare una premessa; il teatro da sempre ha navigato in acque agitate e spesso burrascose, passando attraverso periodi più o meno felici. Oggi sinceramente devo dire che c’è tanta offerta nei cartelloni, si passa dalla prosa al musical. Purtroppo il più delle volte, salvo qualche sporadico evento la varietà degli spettacoli è legata a personaggi televisivi del momento e permettimi di dire spesse volte anche in grado di fare niente, ma che basta a fare cassa di risonanza per i media, e serve soprattutto per fare cassa! Tutto questo si contrappone ovviamente alle tendenze passate, dove chi si divertiva a fare televisione quasi sempre aveva alle spalle una lunga gavetta teatrale rivelando quindi una preparazione non indifferente, aggiunta poi alla buonissima qualità degli spettacoli rappresentati. Devo altresì ammettere che in Italia il teatro non è mai stato valorizzato abbastanza, una volta però trasmettevano in televisione gli sceneggiati teatrali e questi invogliavano gli spettatori ad avvicinarsi, senza contare che c’era un tipo di televisione più “educata ed educatrice” che teneva alla cultura e all’arte mentre oggi mi sembra che questo spesso venga a mancare!


5. Qual è la soddisfazione più grande che hai ottenuto nella tua carriera fino a questo momento?

Ricevere due complimenti, durante due spettacoli da due grandissimi personaggi. Uno dal grandissimo regista Peter Stein, che a un certo punto durante uno spettacolo che rappresentavo insieme a una grande attrice di nome Anna Nogara, si mise a gridare; “BRAVOOOO!!“. L’altro complimento l’ho invece ricevuto dalla grandissima attrice Valentina Cortese durante uno spettacolo condiviso con Antonio Zanoletti, la quale durante un mio monologo con canzone urlò; “DIVINOOO!!“. Posso ritenermi una persona molto fortunata.
 
Nella foto Maurizio Dosi si esibisce per la leggenda del teatro Valentina Cortese.
6) Tra le altre cose sei anche un insegnante di musica, come vivi il tuo ruolo di "educatore" verso i tuoi allievi e cosa ti da poter trasmettere le tue conoscenza a giovani principianti?

Attualmente sono insegnante in varie accademie musicali private, con collaborazioni esterne nei conservatori e in accademie teatrali. Penso che il lavoro dell’insegnante sia uno dei mestieri più difficili, perché non solo hai il dovere di portare gli allievi a raggiungere un livello alto di preparazione al fine di determinare la loro formazione ma hai anche la priorità assoluta di educare all’ ascolto, farli innamorare del proprio strumento, avere un rapporto direi quasi viscerale con la disciplina musicale e credimi non è un compito facile. Quando poi questo si riesce a raggiungere ti rendi conto che la metamorfosi evolutiva di crescita musicale non finisce mai, e questo soprattutto grazie a loro e alla loro voglia di conoscere e approfondire mondi musicali che in origine non gli appartengono. Amo i giovani che credono in loro stessi e nelle potenzialità che hanno e che spesso non sanno nemmeno di avere.

7) Puoi rivelare i tuoi prossimi progetti lavorativi?

Di progetti ce n’è sono sempre tanti; sono una persona in linea di massima molto ottimista e con tanta voglia di fare! Te ne posso anticipare due ormai prossimi al debutto. Uno riguarda un disco progettato e realizzato, alternandoci musica e testi con una straordinaria cantante jazz, Sabrina Olivieri. I testi trattano un insieme di elementi tipici della vita come il dramma, la felicità ma anche le sconfitte. L’altro progetto invece sarà uno spettacolo musicale teatrale, ”C’era una volta il Teatro….”, scritto da Fausto Bertolini, il quale ripercorre tutta la storia evolutiva del teatro con tutti i generi che la caratterizzano, dalla tragedia greca alla commedia dell’arte, con un grande cast di bravissimi attori del Piccolo Teatro di Milano; Raffaele Spina, Roberto Ajelli, Laura Rioda e il sottoscritto nelle vesti di attore, musicista e cantautore.
 
8) Il/la collega di un tuo progetto recitativo o musicale che ricordi con più affetto...


Si ho un ricordo bellissimo di tutti i colleghi che con me hanno realizzato uno spettacolo musicale sulle canzoni dagli anni 30 agli anni 50…Canzoni dei Cetra, Kramer, Rascel, Luttazzi e Natalino otto...lo spettacolo si chiama “SCONCERTISSIMO”, drammaturgia scritta insieme a Gianni Pettenati, aiuto regia Vera Rettore Magni, arrangiamenti vocali di Sabrina Olivieri e direzione musicale del Maestro Nicola Panebianco.
La locandina dello spettacolo basato sulle canzoni di Luigi Tenco "Ragazzo mio un giorno ti diranno" con Gianni Pettenati e Maurizio Dosi.