Andrea Agresti, Iena per sempre? da Sergente di Ferro a dolcissimo papà

di Alessandra Mura – Direttore News


Se mi piange un figliolo devo scappare cari amici di Slide.. E’ così che è iniziata la mia intervista ad Andrea Agresti, famosa Iena dagli occhi di ghiaccio. Il programma “Le Iene” su Italia 1 lo ha consacrato al pubblico. Ma Andrea Agresti è vent’anni che fa televisione. La fa secondo un modo tutto suo di arrivare alle persone, senza tecnicismi o costruzioni, lui è davvero così, un fiume di risate e di parole. Bello, affascinante, neo papà di due gemellini splendidi come la mamma diremo noi, ma lui sa che scherziamo. Oggi Andrea è un uomo felice, che ha dovuto abbandonare Pistoia, luogo dove è nato e cresciuto, per crescere professionalmente nella Milano televisiva.



Andrea Agresti, sei diventato Iena. Com’è successo?
In realtà appartenevo al mondo televisivo già da vent’anni. Nel 2000 avevo lavorato con Striscia la notizia, poi con Carlo Conti su Rai 1, facevo gavetta insomma. Dodici anni fa è iniziata l’avventura con le Iene. Davide Parenti riconobbe il mio talento e mi invitò a fare un tentativo per il programma. Due servizi girati e montati mandati a lui,e fu da subito un successo. Da quel momento entrai a lavorare nel gruppo delle Iene.
Quale servizio girato alle Iene ti ricordi particolarmente?
I servizi sono figli del tempo che fu, è un po’ come una canzone, i Duran Duran negli anni ‘80 non avrebbero gli stessi ascolti oggi. Io ho sempre lavorato con una fortissima sensibilità, ogni servizio è nato dalla mia creatività, e l’ho sempre realizzato pensando che la gente, qualsiasi tema si affronti debba divertirsi, sorridere e prendere la vita un po’ con ironia, altrimenti diventa troppo dura e problematica. E poi si sa, i problemi ti schiacciano.
Raccontaci meglio come funziona la realizzazione di un servizio.
Raccontaci meglio come funziona la realizzazione di un servizio.
Le iene funzionano a coppie. Se devo fare un servizio comico, lo faccio con un autore che confeziona servizi comici, la iena e l’autore registrano, montano, e lavorano insieme, quello che vedete è il prodotto finito che esce fuori da due teste. Io lavoro con vari autori anche se normalmente il mio autore di riferimento è Claudio Bongiovanni.

La tua vita quotidiana è cambiata da quando sei una Iena?
Si, anche se lavorando sempre in ambito televisivo, aveva già modificato la mia realtà quotidiana. Già dal ‘93 avevo capito che mi interessava quel mondo. Ho iniziato con Rtv38, facevo l’inviato d’assalto. Quando sono diventato iena è cambiato solo il vestito in realtà, facevo questo genere di lavoro anche ai tempi di Uffici reclami su Rtv38 nel’ 97. Io ho sempre lavorato con le idee. Nel ‘93 lavoravo in radio, e quando parlavo con la gente, era come mi trovassi insieme a loro, non mettevo quasi mai musica, volevo abituarmi a parlare e a trovare spunti, argomenti, risate in continuazione, un po’ come fa un presentatore in tv.
Quella che è intesa la prima svolta, te la ricordi?
Nel ‘97 ho fatto una sperimentazione mia a San Remo, ho registrato uno speciale mio di 40 minuti e l’ho inviato alle tv toscane. E’ piaciuto tantissimo, e quella è stata la mia fortuna. Ero andato al Festival senza essere inviato. Presi tutti gli artisti uno per uno, entrando nei loro camerini, roba da essere buttato fuori a calci nel sedere. Mi ricordo che entrai nel camerino di Mino Reitano e riuscì a farmi invitare da lui, nemmeno gli inviati Rai potevano entrare. L’unica emittente che non mandò in onda il mio servizio era Tv38, che però, mi contattò subito e mi disse se volevo lavorare per loro. E fu così che iniziai con un programma “Per la Strada Vincenzo”, la mia prima trasmissione durata due stagioni.
In che cosa consisteva?
Andavo in giro a fare ciò che oggi faccio con le iene. Andavo a raccogliere testimonianze, lamentele e malcontento per la strada e allo stesso tempo interrogavo sulle possibili soluzioni i politici locali. Mi sentivo un po’ il paladino della giustizia. Ho trascorso stagioni molto intense, in otto anni ho fatto un valanga di servizi.
E' già tanto che fai tv quindi.
Non ho l’ambizione di diventare il Pippo Baudo nazionale, non voglio restare davanti alle telecamere fino a 95 mila anni. Ho sempre fatto ciò che mi è parso, e con le Iene, riesco a tirar fuori la mia creatività. C’è un capo a cui fare riferimento sempre e comunque, ma ho sempre avuto carta bianca, è bello sapere che si fidano del tuo lavoro e lo apprezzano.
La tua carriera è iniziata con la radio vero?
Avevo diciannove anni e dovevo mantenermi agli studi. Così trovai un posticino in radio e ho imparato a parlare con gli ascoltatori. Facevo i miei programmi a Emme Radio e Radio sorriso. Ora non esiste più fare gavetta in radio locali. Per altro queste radio sono state assorbite dai grandi network. Se vuoi vedere il tramonto devi andare verso ovest. Così, volendo intraprendere la carriera televisiva ho dovuto spostare armi e bagagli da Pistoia a Milano.
Vorresti fare un programma tutto tuo?
Io ci sto talmente bene alle Iene che non ho mai pensato di fare programmi miei. Non mi sta stretto l’inviato all’interno del panorama televisivo. Le Iene soddisfano le mie esigenze, sia caratteriali che lavorative.
C’è differenza tra Andrea nella vita normale e la Iena Andrea?
Io sono sempre me stesso, avere una doppia personalità è difficile da gestire. E’ bello riuscire ad essere sempre se stessi anche quando sei davanti a milioni di telespettatori. Spesso non è così, si tenta di crearsi un personaggio, un po come fanno gli attori comici. Nella vita privata la maggior parte sono esattamente l’opposto di ciò che vediamo sulla scena.
E’ facile coniugare la vita privata con un lavoro come quello televisivo?
E certo che non è facile, il tempo non lo possiamo moltiplicare, però chi sta con me, sa incastrarsi bene con la mia vita. Poi ho appena avuto un regalo bellissimo, due gemelli che ora hanno due mesi. Togliere tempo alla vita privata lo puoi fare solo se hai una persona meravigliosa che comprende tutto. La mia compagna è una persona con grande equilibrio, anche quello che non ho io e riusciamo a coniugare tutte le nostra esigenze. I piccoli hanno più esigenze di me ora, ma bisogna crescere, dare importanza alle cose e toglierne a delle altre. In questo momento ad esempio continuo a fare servizi ma non posso andare troppo lontano perché se c’è un problema familiare io devo rientrare in tempo molto breve.
Se ti dicessero “Quale programma ti piacerebbe condurre, oggi cosa diresti?”
Se mi dessero da condurre un game show subitissimo, è il modo di presentare che si addice a me, ma se mi propongono invece un talk, mi farei “due palle”, non fa per me! Mi rompo le palle in una maniera incredibile, mi annoiano in maniera assurda. Io amo nella televisione la leggerezza. Quando guardo la televisione, io voglio rilassarmi. Sai, si stacca da una giornata lavorativa pesante e ci si rilassa guardando la televisione. Dunque, si deve ridere, scherzare, rilassarsi. La tv serve per questo, e vedo tutte cose che mi fanno star bene. Mi piacciono le serie tv, le trasmissioni ad esempio non le guardo, mi sembra di essere a lavoro. Invece i game show mi divertono. Conducevo le edizioni di Miss Italia per la Toscana e l’Umbria, io conducevo non come una serata ma come una cabaret, il protagonista ero io non le ragazze, ed è un modo di sdrammatizzare e di vivere il programma in maniera leggera e spensierata.
Ultima domanda un po cattiva. Sei in ascensore, e si blocca all’improvviso e rimani 12 ore bloccato. Chi vorresti che ci fosse li dentro con te?
Se fosse per supporto vorrei con me il mio collega Filippo Roma, perché con lui siamo non solo colleghi ma anche molto amici nella vita reale, è sempre un enorme piacere stare con lui. Se invece dovessi scegliere chi far soffrire insieme a me in questa avventura terribile… eh, ce ne sarebbero di persone da far spaventare, non finirei più. “Grazie agli amici di Slide, un abbraccio a tutti”