VUOI FARE IL DJ? ….Allora PAGA!

VUOI FARE IL DJ? ….Allora PAGA!
di Piero Fidelfatti  The art of Djing

Questo è un approfondimento di una mia “Nota” pubblicata fu Facebook, il Social Network ormai tanto blasonato che viene riconosciuto come fonte attendibile anche in telegiornali o parte rilevanti di esse. Sembra comunque che a parte la cronaca, FB sia relegato ad un Forum o una bacheca di inviti a cui non ci andrà mai nessuno, per motivi di logistica e di distanza. Spesso nei miei seminari discuto su come esistono delle netiquette ( regole di Internet che valgono quanto un sapere scrivere correttamente l’Italiano ) e del linguaggio utilizzato negli SMS che io apprezzo solo se usati nel loro ambito di chiarezza/velocità. Nella nuova comunicazione ci sono degli argomenti ”politica” a parte, che “bucano” la notizia, ad esempio quando si parla di dj’s e di analogico digitale allora si scatena la “bagarre” .
Già a settembre sono stato informato da un dj che aveva fatto una richiesta ad uno dei locali più importanti di fronte alla Mostra Internazionale del Cinema al Lido di Venezia. La richiesta era semplice, il dj portava l’impianto audio, si occupava di realizzare i Flyers…in cambio di “tot”. Il gestore, alla proposta ha risposto “senti non sei il primo a farmi questa richiesta, io non pago nessuno, ma se vuoi organizzare lo Spritz Party mi dai tu un di 'tot' di Euro e ti arrangi tu a fare tutto, inclusi permessi SIAE ecc.. vedrai che con la pubblicità che ti fai con il nome del mio locale troverai tantissine altre serate”.
Questa è solo una delle tante realtà che mi vengono raccontate quotidianamente, ho raccolto alcune testimonianze per tracciare una verità che nel corso degli anni si è radicata nell' ambiente dei dj. Personalmente non voglio giudicare nessuno, o sentenziare su chi ha torto o ragione, ma certamente anche i dj hanno contribuito a questo sistema arrivando, come si suol dire “alla frutta”, accettando compromessi che variano dal lavoro in nero, ad una diminuzione del proprio cachet.
Certamente facciamo un distinguo di due categorie : i cosiddetti professionisti che continuano a fare serate riducendo però il compenso per rimanere nel giro con o chi vuole iniziare o riprendere a suonare dopo molti anni trovandosi davanti a molte difficoltà.
Tralasciamo le discoteche e concentriamoci sui disco bar che ad oggi rappresentano oltre il 70% dei luoghi pubblici dove si esegue musica. La difficoltà che si riscontra è nel rapporto tra gestore e dj, il primo non vuole incasinarsi la vita e al massimo si interessa del permesso SIAE e al programma musicale ( ndr programmino Siae ) . Il dj invece deve cercare di starci dentro con le spese, nel caso del dj anni 80/90, si approfitta del proprio vasto repertorio in vinile sfoggiando il fatto che suonare con i vinili è “figo”, ma dopo mezzora è costretto a suonare i CD perché solitamente la gente preferisce ascoltare altra musica come i brani programmati alla Radio.
Tutto ha comunque sempre un costo : l’aggiornamento dell’attrezzatura, la nuova musica, ecc. Se consideriamo poi l’adesione ad una cooperativa per la fatturazione, gran parte dei dj’s usano le cooperative per comodità anche perché i commercialisti dei gestori ignorano o non voglio complicarsi la vita con l’apertura agibilità per il dj, agibilità delle serate…
Se poi si utilizzano i CD Masterizzati per suonare bisogna aggiungere l’adesione alla Licenza Dee Jay on Line della SIAE minimo altri 200 euro. Durante l’ultima Convention dell’Associazione A-DJ è trapelata una diffusa abitudine da parte di alcuni gestori di locali di dimezzare i compensi in maniera unilaterale, al termine della prestazione professionale, a sorpresa!
Le modalità sono sempre le stesse, a fine serata il dj viene chiamato in ufficio e con la scusa che non c'è stata gente o con la scusa che i clienti hanno consumato poco, viene offerto metà cachet, con la clausola “prendere o lasciare”. Questo capita perchè spesso ci si affida ad accordi verbali e non si scrive quasi mai nero su bianco soprattutto se non si è un Dj di un certo calibro che si affida alla propria agenzia di booking. Un caso lampante è quello accaduto ad un mio collega che la settimana scorsa, dopo aver lavorato ad uno spritz party previo accordi di un gettone di presenza già definito, al termine della serata ha dovuto assistere al “pianto” del gestore che con la scusa “sai pensavamo a più gente.., la gente ha consumato poco”, ha pagato il Dj, con difficoltà, la metà del compenso pattuito, facendogli pagare addirittura 30 Euro di consumazioni.
Credo che il nostro prossimo impegno per il 2001 è ottenere l’esenzione degli adempimenti informativi e contributivi nei confronti dell’Enpals, previsti dalla legge n. 222/2007 relativa solo a giovani fino a diciotto anni, studenti fino a venticinque anni. Questo particolare regime di esenzione di cui al comma 188, deve risultare applicabile anche ai soggetti che svolgono l'attività di disc-jockey.
Auspicabile poi l'aggiornamento dei minimi sindacali della nostra categoria, mettendo a disposizione degli associati, dei contratti standard e tutelarli nell’eventuale inadempienza da parte del gestore.