GIACOBBE FRAGOMENI Campione del Mondo di Pugilato si svela a SLIDE

Campione del Mondo di Pugilato si svela a SLIDE
GIACOBBE FRAGOMENI
"Il successo, la droga, il baratro e il ritorno ai valori della vita”
di Gian Luca Rizzello ( Slide Parma ) - Laura Montesi - Veronica Allegri
Foto Gian Luca Rizzello
 

Nato e cresciuto nella periferia milanese è stato scoperto e allenato da Ottavio Tazzi. Già a 22 anni si era battuto in una cinquantina di incontri. Nel 1993 ha indossato la prima maglia azzurra. Tra le sue vittorie spiccano la medaglia di bronzo ai campionati mondiali di pugilato dilettanti del 1997 a Budapest e quella d'oro ai campionati europei dilettanti del 1998 a Minsk. Nel 2000 ha partecipato alle olimpiadi di Sidney. Nel 2008 ha conquistato al PalaLido di Milano il titolo di campione del mondo WBC nella categoria pesi massimi leggeri battendo il pugile ceco Rudolf Kraj. Nel 2009 ha ottenuto la difesa del titolo contro il polacco Krzysztof. Sempre nel 2009 è stato battuto ai punti dal pugile ungherese Erdei cedendogli pertanto il titolo. Nel 2010 ha battuto al sesto round per ko l'avversario messicano Ayala.
Lieto di averci incontrato, Giacobbe si confida con SLIDE.
 

In che misura lo sport è stato determinante nella tua vita?
Lo sport nella mia vita è stato determinante perché mi ha fatto diventare quello che sono oggi. Da ragazzo ero perso nella strada e nella vita, ma mi sono buttato nel pugilato, ci ho creduto e mi ha dato delle belle soddisfazioni. Anche quando smetterò, perché ho 41 anni e prima o poi dovrò smettere, non potrò recriminare niente, dovrò solo ringraziare questo sport per i titoli che mi ha dato: campione d'Italia, Campione d'Europa, Campione del Mondo. Mi ha dato soldi e fama e ho girato il mondo. Cosa posso chiedere di più dalla vita? Magari Sharon Stone...( ndr riferito alla copertina Slide Novembre )


Raccontaci qualcosa del tuo primo allenatore Ottavio Tazzi che più volte hai paragonato alla figura di un padre.
Premetto che quando sono entrato in palestra Ottavio era il guru del pugilato italiano dei tempi, lo chiamavano “il Nonno”, faceva il manager e aveva tanti pugili. Mi allenavo e quando lui mi diceva qualcosa per me era come la Bibbia, gli sono piaciuto e piano piano si è creato un rapporto umano profondo. Poi divenni campione d'Europa, lo chiamavo sempre, conobbe anche mia madre. Nel 1998 siamo diventati amici e lo siamo ancora oggi. Ora ha 83 anni, ha il morbo di parkinson, ragiona e non ragiona, ma quando lo fa è sempre “il Nonno” ed è divertente parlare con lui. ”Il Nonno” è intoccabile e rimarrà sempre nel mio cuore come maestro di pugilato di vita, padre e fratello.


Come mai hai deciso di venire ad allenarti all'Associazione Boxe Parma?
Qui a Parma c'è Maurizio Zennoni che ha preso le redini del “Nonno”. Qui in palestra si fatica ma le porte sono sempre aperte e se qualcuno qua vicino vuole passare lo accoglieremo con entusiasmo. Lui è padre e fratello, qualsiasi problema lui c'è, il pugilato è anche questo, non solo salire sul ring e picchiarsi, qui si forma un gruppo tutti insieme tutti uniti, ci si aiuta. Maurizio è una persona vera, sincera, pulita e spontanea, siamo tutti e due innamorati di questo sport, solo che lui un po' mi odia perché è andato in pensione e pensava di riposarsi e poi sono arrivato io...(ride). Ad un certo punto della mia vita mi sono ritrovato in mezzo al mare e ho chiamato Maurizio, sono venuto qui a Parma, ero amareggiato e non stavo bene. Mi ha integrato nella famiglia, anche se sono l'ultimo arrivato posso dire la mia, parliamo discutiamo, siamo sempre uniti...una gran bella famiglia.


Hai visto molti cambiamenti nello sport e nella boxe negli ultimi anni?
Io sono arrivato all'ultimo momento quando il pugilato di una volta stava cambiando e calando un pò sia nel professionismo che nel dilettantismo. Poi dopo un pò di crisi è rinato, sono entrate le donne, hanno cambiato qualche regola, c'è più attenzione per la salute delle persone, i guantoni sono più imbottiti, nel campionato italiano le riprese sono diventate dieci, è entrato nella comunità europea, hanno riassettato le categorie. Prima c'erano troppe sigle e troppi campioni ma poi nessuno veramente noto e allora hanno introdotto la Supersix, una classifica con i sei migliori campioni e chi vince è l'unico campione del mondo. Nel tempo ci sono stati anche dei morti e le regole servono anche per evitarne altri, ora se si cade più di tre volte nello stesso round il match finisce e vince chi rimane in piedi, sono cambiati gli allenamenti e l'alimentazione. Prima i pugili facevano 15 riprese, stavano fermi 1 settimana e poi facevano altre 15 riprese. Ora non è più così, il numero di round è diminuito e l'intervallo tra un match e l'altro è più lungo.


E' vero che esistono maestri gelosi dei propri pugili?
A volte succede anche che i maestri sono gelosi e non fanno andare via i ragazzi dalle loro palestre, se li vogliono tenere tutti per sè, ma è sbagliato perché il ragazzo non cresce e non ha la possibilità di confrontarsi. Quando poi diventa professionista apre gli occhi e va da un'altra parte perché ha la possibilità di scegliere. Questa è la rovina del pugilato e non permette a questo sport di crescere, ma è anche l'unica cosa brutta. Fate il pugilato, perché il pugilato, ti aiuta a conoscere te stesso, ti tempra e ti insegna a stare al mondo.


Hai parlato spesso della tua infanzia difficile e dei tuoi trascorsi nella droga.
Prima di tutto ne ho parlato per togliermelo di dosso, per scrollarmelo via. Avendone parlato ora sono libero. Subito non sapevo che parlandone avrei lanciato dei messaggi alle persone che pensano di non farcela, invece con poco ce la puoi fare. Io ce l'ho fatta con il pugilato, ma ce l'avrei potuta fare anche facendo il muratore o il giornalista o qualsiasi altra cosa.


Vuoi dare un messaggio a chi si trova in condizioni di dipendenza da droghe di qualsiasi genere, per uscirne?
Se vuoi ce la fai, bisogna credere in se stessi “tirare fuori le palle”, se vuoi puoi. Do questo messaggio: non perdetevi in voi stessi, credete in qualcosa e in quel qualcosa date tutto, anima e cuore, anche se troverete delle difficoltà dei muri. Io non sono diventato campione del mondo dall'oggi al domani ho lavorato, ho trovato belle persone che mi hanno aiutato,ci ho creduto e ce l'ho messa tutta.


E' vero che avresti voluto diventare un calciatore?
Come tutti i bambini si gioca a calcio e si sogna.In oratorio giocavo con Lorenzini che divenne un campione, lui era forte e fortunato io ero forte ma sfortunato, poi non era il mio destino... meglio cosi perché non sarei diventato quello che sono ora.


Da qualche anno sei diventato padre. Vuoi parlarne?
E' la più bella esperienza che ci possa essere nella vita. Si vive anche per questo, avere un figlio, crescerlo, dare il meglio di se stessi insegnarli com'è la vita bella e brutta che sia. Io sono fortunato, ho una bella bambina sana, spensierata, furba e molto simpatica. Spero che continui così, ha una madre stupenda e forte e così anche il padre. Dopo quello che ho vissuto io sono sicuro che lei crescerà bene e se dovesse fare qualcosa che non va la raddrizzerei subito.


E se tua figlia crescendo volesse fare pugilato?
Non voglio fare gli errori che fanno tanti, non voglio insistere, non voglio obbligare o farle fare quello che non vuole. Io spero che non lo faccia ma se poi lo volesse fare sarà una sua scelta. Personalmente spero che faccia quello che non sono riuscito a fare io e cioè studiare avere una laurea un lavoro e una passione da coltivare. Se io posso l'aiuterò, sono qua apposta. Speriamo solo che cresca spensierata.


Se dovessi esprimere in sintesi con una frase la tua filosofia di vita?
“Frangar non flectar”.Mi spezzo ma non mi piego.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Magari un altro mondiale?
Vorrei fare un altro mondiale per entrare nella storia del pugilato italiano e dare il tutto per tutto, il maestro c'è, speriamo che il fisico me lo permetta, la voglia c'è e ora ho più testa. Vorrei rimanere in questo mondo, insegnare e crescere dei pugili. Ad esempio mio nipote è una promessa del pugilato, è come me ma in più ha la fortuna di avere come si dice in gergo “il cazzotto”.


Come vuoi concludere l'intervista?C'è qualcosa che vorresti dire ai lettori di Slide?
A qualsiasi persona bella o brutta, ricca o povera, sana o malata dico non mollate mai andate avanti, la vita è bella, ci sono tante belle cose, c'è l'amore, c'è la fratellanza... non ci sono solo i soldi o la tv. La vita è bello viverla con i propri sentimenti e con le persone che ci vogliono bene veramente che si contano sulle dita di una mano. Non sentirti mai solo perché c'è chi ti vuole bene e poi c'è chi ti vuole male e allora devi farlo anche per loro, giusto per fargli un dispetto...


Un ringraziamento all'Associazione Boxe Parma “dal 1933” per la disponibilità e la simpatia.