Intervista
Esclusiva a Paolo Genovese
Una
famiglia perfetta
a cura
di Maddalena Mannino per Radiocinema - Slide
Dopo
tre film record di incassi (La banda dei Babbi Natale, Immaturi e
Immaturi – Il viaggio), il regista Paolo Genovese si cimenta con un
nuovo tipo di commedia, meno pulita e più cinica, che va a toccare
una delle istituzioni più sacre al mondo: la famiglia. La pellicola,
che uscirà a gennaio 2013 racconta di Leone, un uomo di mezza età,
ricco e solo che per Natale decide di regalarsi una famiglia perfetta
e per averla ingaggerà una compagnia di attori in declino, che si
presteranno all'inganno. Una commedia degli equivoci dal retrogusto
amaro che si distacca nettamente da temi e atmosfere dei precedenti
successi del regista.
Paolo
Genovese, qual è il nucleo narrativo e simbolico di Una famiglia
perfetta?
P.G.:
L'ineluttabilità delle scelte. Mi piaceva l'idea di presentare un
uomo che in qualche modo possa essere chiunque. E come chiunque può
ritrovarsi superati i cinquant'anni ad aver scelto di non avere una
famiglia, dei figli. Mi piaceva l'idea di fare un bilancio di questa
scelta: questa mancanza di famiglia, del non avere una discendenza a
che cosa porta? Alla solitudine o a qualcos'altro?
Una
famiglia perfetta sembra quasi un testo teatrale, con dialoghi molto
curati. Come avete lavorato alla sceneggiatura?
P.G.:
Il film è molto cinematografico in realtà, soprattutto in termini
di tempi, però è anche molto di testo. E' vero che abbiamo un solo
ambiente e un tempo unico, perché il tutto si svolge in ventiquattro
ore, dalla mattina della vigilia di Natale alla mattina del
venticinque dicembre. Il testo è abbastanza complesso perché
incrocia le storie di nove personaggi. Ogni personaggio ha un doppio
registro perché è sia persona che a sua volta interprete. Quello
che mi piace molto è che persone e personaggi da un certo punto del
film in poi cominciano a mischiarsi e perdiamo un po' la definizione
dei confini tra quello che è vero è quello che è finzione.
Come
hai lavorato sul testo originale di Fernando Leon de Aranoa, che è
lo sceneggiatore e il regista della pellicola spagnola Familia
(1996), cui il tuo film è ispirato? cosa hai dovuto cambiare?
P.G.:Siamo
partiti con l'idea del fare un film sulla famiglia nel giorno tipico,
dedicato alla famiglia, quindi la notte di Natale; mentre
nell'originale era il giorno del compleanno. E' difficile spiegarlo
perché per chi non conosce il film originale è complesso far capire
come cambiano anche i personaggi, ci sono dei ruoli in più nel mio.
Ma soprattutto è il senso del film ed il finale. La pellicola si
conclude con un colpo di scena in cui si svela il perché delle
azioni del personaggio principale interpretato da Sergio Castellitto,
Leone.
Proprio
Sergio Castellitto l'ha definita una commedia à l'italien, ti
riconosci in questa definizione?
P.G.:
Mi piace molto l'idea della commedia all'italiana. Io non strizzo
moltissimo l'occhio al cinema francese non direi che per dire che una
commedia è ben fatta, con bei dialoghi dobbiamo necessariamente
rifarci ad una cinematografia straniera. Anche perché la nostra è
stata meravigliosa come cinematografia ma lo è ancora per tanti
aspetti, per tanti film.
Questo
tipo di commedia in Italia non viene fatta da un po' perché
automaticamente quando si parla di commedia si pensa al divertimento
senza macchia, senza ombra. In Una famiglia perfetta ci si diverte ma
c'è una parte amara, un po' più triste e cinica.
E'
per questo che hai impiegato dieci anni prima di riuscire a girare il
film? Hai trovato produttori poco disponibili, proprio perché
c'erano queste malinconie nella vicenda?
P.G.:
No, il motivo non è questo. Sono dei motivi più complicati, di
coproduzioni, di diritti, sono cose noiose e fondamentalmente
problemi burocratici legati al fatto di poter realizzare il film
interamente in Italia. Inizialmente, dato che l'ispirazione veniva da
un film spagnolo, doveva essere una coproduzione con la Spagna. Il
dubbio è che nel momento in cui un autore come me che viene dai film
con Aldo, Giovanni e Giacomo; o Immaturi
quindi commedie che avevano incontrato il favore del pubblico e che
si possono definire “lineari” propone una commedia diversa
ovviamente non incontra la felicità dei produttori. Un produttore è
anche un imprenditore ed è normale che abbia un riferimento preciso
verso il pubblico. Avere un autore che negli ultimi tre film è stato
molto amato dal pubblico che decide di cambiare genere porta sempre
ad un momento di gelo e riflessione. Comunque Medusa non mi ha creato
problemi, l'ha prodotto volentieri.
Dopo
il grande successo di Immaturi e Immaturi il viaggio hai una qualche
ansia verso il risultato che potrebbe avere questo film al
botteghino?
P.G.:
Sinceramente no, per niente. Perchè dopo dei buoni successi penso
che uno si possa anche permettere di fare film non per soldi e dei
produttori intelligenti lo sanno. Proprio per questo non ho l'ansia
da prestazione perché non è un film da botteghino, se lo fosse ce
l'avrei.
Hai
raccolto un cast d'eccezione, come l'hai messo insieme?
P.G.:
Tutti gli attori a cui ho fatto leggere il testo, quindi Sergio
Castellitto, Marco Giallini, Claudia Gerini e gli altri hanno
accettato subito. Si tratta di un film molto recitato, quindi per un
attore è una bella sfida. Vuol dire esercitare a pieno il proprio
mestiere quando capita un copione dove per due ore si è sempre in
dialogo, sempre in battuta, con mille sfumature perché ognuno
esercita un doppio ruolo.
Secondo
te perché di commedie così originali se ne fanno poche?
P.G.:
Non saprei, non è detto. Magari ci sono commedie bellissime in
chissà quanti cassetti di chissà quanti miei colleghi e
semplicemente non escono fuori. Le dinamiche di produzione sono
spesso difficili, sono i soliti discorsi ed io mi annoio quasi a
farli. Purtroppo il cinema è anche un industria e i conti con il
botteghino bisogna farli, perché altrimenti si chiude. I grossi
produttori ovviamente rivolgono un'attenzione maggiore al pubblico.
Il problema a volte è che ci si arroga il diritto di scegliere per
il pubblico, esser convinti che determinate cose piacciono e altre
no. Io girando molto per i festival trovo un pubblico medio con dei
gusti molto più sofisticati e raffinati di quello che noi
immaginiamo e i risultati del box office dell'ultimo anno danno anche
ragione a questa osservazione. Basti pensare al film Quasi
amici che ha fatto il
botto. Si potrebbe riassumere come un film che presenta la storia di
un paraplegico e di un nero, in Italia si pensava non avrebbe avuto
successo, ma è stato il contrario. Anche il crollo dei film di
Natale, testimonia che c'è un pubblico più esigente, probabilmente
è passata la stagione dei cinepanettoni quindi si può rischiare. Io
spero che il mio film, al di là di un discorso personale, abbia un
buon riscontro di pubblico per permettere a me e ad altri miei
colleghi di provare ad approcciare delle commedie diverse, non dico
più sofisticate, ma diverse.
Qual
è la tua idea di famiglia perfetta, quella come emerge dal film?
P.G.:
Beh sì, è un film sulla famiglia ed è la mia idea di famiglia, che
poi è all'opposto del titolo. Il titolo cita una famiglia perfetta
ma in realtà nel film si racconta che le famiglie, che sono alla
base della nostra società, si mantengono in piedi perché sono
imperfette, piene di spigoli, sono l'incontro di personalità diverse
che per natura non dovrebbero stare insieme. La famiglia, al di là
di quello che si pensa, non è un qualcosa di naturale ma di
costruito. Proprio per la sua imperfezione va avanti. Forse è anche
quella la sua bellezza: il non essere perfetta.
SCHEDA FILM
Titolo originale: Una
famiglia perfettaRegia:
Paolo GenoveseSceneggiatura:
Paolo
Genovese, Luca Miniero, Marco Alessi
Fotografia: Fabrizio LucciMontaggio: Consuelo CatucciCast: Sergio Castellitto, Marco Giallini, Claudia Gerini, Francesca Neri, Carolina Crescentini, Eugenia Costantini, Ilaria Occhini, Romuald Klos, Paolo Calabresi, Maurizio Mattioli, Sergio Fiorentini, Eugenio Franceschini, Giacomo Nasta, Lorenzo Zurzolo
Fotografia: Fabrizio LucciMontaggio: Consuelo CatucciCast: Sergio Castellitto, Marco Giallini, Claudia Gerini, Francesca Neri, Carolina Crescentini, Eugenia Costantini, Ilaria Occhini, Romuald Klos, Paolo Calabresi, Maurizio Mattioli, Sergio Fiorentini, Eugenio Franceschini, Giacomo Nasta, Lorenzo Zurzolo
Anno:
2012
Origine:
Italia
Genere:
Commedia
Produzione:
Medusa
Distribuzione:
Medusa
Data
di uscita: 3 gennaio 2013
SINOSSI
Leone
è un cinquantenne ricco che non ha famiglia. Decide tuttavia di
voler passare il Natale nell'illusione di averne una; così ingaggia
una compagnia di attori squattrinati che interpretino i ruoli che lui
stesso assegna. Al gruppo si unirà poi Alice, che irrompe nella vita
della famiglia “perfetta” e che è all'oscuro del fatto che sia
composta da mercenari.
BIOGRAFICA
PAOLO
GENOVESE
Ha
iniziato la sua carriera come pubblicitario. Nel 1999 il
cortometraggio Incantesimo
napoletano,
diretto insieme a Luca Miniero è stato candidato ai David di
Donatello come miglior cortometraggio. Nel 2006 la coppia ha diretto
la serie televisiva Nati
ieri.
Nel corso del 2007 il film Viaggio
in Italia - Una favola vera,
anche questo girato con Luca Miniero, è stato trasmesso a puntate
durante la trasmissione televisiva Ballarò. Nel 2008 i due hanno
diretto la miniserie Amiche
mie,
trasmessa su Canale 5. Nel 2010 ha diretto, questa volta da solo La
banda dei Babbi Natale,
con Aldo, Giovanni & Giacomo, che ha incassato più di 20 milioni
di euro. Si sono succedute, a stretto giro, altre due commedie di
successo, Immaturi
e Immaturi
il viaggio.