Quanta
fatica per essere genitori
Trafile,
burocrazia, spese per riuscire a fare la cosa più bella del mondo
di
Alessandra Mura - Slide
Quando
una donna diventa mamma la sua vita cambia. Aumentano le gioie, le
emozioni, l'amore, ma anche i pensieri, le responsabilità e le
preoccupazioni. E oltre ad essere mamme si è anche compagne, mogli,
lavoratrici, casalinghe, infermiere, autiste, cantastorie, regine del
multitasking. La maternità assume mille significati e sfumature
differenti, emozioni che non si sono mai provate prima. Sai di essere
mamma quando pensi prima a tuo figlio poi a te. Diventi mamma quando
tu sparisci e la priorità diventa qualcun altro, perché il frutto
del tuo amore viene prima di ogni altra cosa.

- stato di famiglia;
- certificato di nascita dei richiedenti;
- dichiarazione di assenso all’adozione da parte dei genitori dei coniugi o in caso di decesso, il certificato di morte;
- certificato del medico di base che attesti la buona salute di entrambi i coniugi;
- modello 101 o 740 o busta paga;
- certificato del Casellario giudiziale dei richiedenti;
- dichiarazione che attesti lo stato di non separazione dei coniugi;
- alcuni esami clinici (per attestare la buona salute complessiva dei futuri genitori) ;
- certificazione di Sana costituzione psicofisica accertata da struttura pubblica, da cui risulti l’esclusione di affezioni TBC, veneree, cardiovascolari ed HIV.

Una volta
superato il passaggio della documentazione, il Tribunale per i
Minorenni incarica
i servizi
sociali del
compito di conoscere la coppia e di valutarne le potenzialità
genitoriali raccogliendo
informazioni sull’ambiente familiare, le motivazioni della domanda,
nonché la situazione personale e sociale dei coniugi. I servizi
sociali devono valutare le risorse, i limiti, le convinzioni, le
attitudini degli aspiranti genitori, il desiderio di entrambi
all’adozione, la loro situazione socio-economica.
Sono
requisiti indispensabili per garantire al futuro figlio, tutto il
benessere di cui ha bisogno.
In questa fase è anche compito dei servizi sociali informare in
modo corretto e completo gli aspiranti genitori adottivi sulle
possibili criticità che l’adozione può comportare. La legge
sull’adozione prevede che le indagini siano completate entro 120
giorni (in realtà possono essere prorogate una volta) dall’invio
della documentazione relativa alla coppia da parte del Tribunale per
i Minorenni che ha disposto l’accertamento dell’idoneità. Al
termine del periodo di accertamento, i servizi devono redigere una
relazione conclusiva che sarà inviata al Tribunale per i Minorenni
di competenza. Durante l’indagine i Servizi, riscontrando dei
problemi non insolubili, possono chiedere alla coppia di sospendere
l’indagine per un breve periodo e riprenderla dopo alcuni mesi di
riflessione.

“Abbiamo
superato i tre anni canonici della validità della nostra pratica
dell’adozione nazionale e quindi abbiamo dovuto rinnovare la nostra
richiesta. Dopo sei mesi dal rinnovo il Tribunale dei Minori ci ha
chiamato. Siamo andati all’incontro positivi com’è nel nostro
stile. Avrei accettato qualsiasi bambino, anche con piccoli problemi
di salute, forte della presenza di mio marito che è medico. La
giudice è stata molto gentile con noi a diversità della coppia
assistente sociale e psicologa dell’ASL di cui ho un ricordo non
propriamente felice. Ci ha parlato di una bimba nata prematura, di
soli pochi giorni. “Ci faremo sentire” – questa frase ha
smorzato un po’ il nostro entusiasmo all’incrociare altre due-tre
coppie nella sala d’attesa, trepidanti come noi. “Ce ne faremo
una ragione” – ci siamo detti e siamo partiti, destinazione
Milano, a trovare un nostro caro amico approfittando della giornata
di ferie. Non ancora sul treno, dopo appena quaranta minuti, una
telefonata dal Tribunale ci avvisa che siamo stati scelti per quella
bimba e che dovevamo presentarci dopo dieci giorni.

Il
giorno dopo, siamo arrivati emozionatissimi ai Servizi Sociali,
camminando dietro ad una carrozzina ancora vuota. Abbiamo aspettato
pochi minuti in una stanza piena di disegni colorati. Ed ecco, si
apre la porta e arriva lei, piccolina piccolina in un vestitino rosso
e bianco con scarpine da bebè abbinate. Era bellissima. La signora
che la stava cullando me l’ha data in braccio e ….sono diventata
mamma! Mia figlia era di una tranquillità serafica, mio marito ed io
un po’ meno. La guardavamo con occhi languidi incantati.
Ora
ha otto anni. E’ cresciuta e ha mantenuto i suoi lineamenti
delicati. Da tempo ci chiede un fratellino così abbiamo fatto tutto
il percorso per una seconda adozione nazionale. Sono passati cinque
anni e non ci hanno ancora chiamati. Ormai ci siamo messi l’animo
in pace e ci godiamo la nostra piccola meraviglia.
Per
chi, come noi, desidera una famiglia numerosa e si ritrova con una
sola figlia il pensiero di non averne altri rattrista un po’. Ma
riconosciamo anche di essere stati molto fortunati perché tutto ciò
che ci è successo ha dell’incredibile: ogni evento si è compiuto
per condurci a lei. Alle coppie in attesa mi sento di dire di non
demordere, di circondarsi e frequentare altre coppie adottive. La
vicinanza di chi ci è già passato è stata per noi un grande
sostegno.”