Il corpo di Alexei Navalny presenta “lividi” che potrebbero essere stati provocati da un’azione di contenimento a causa di convulsioni e uno, in particolare, è compatibile con un massaggio cardiaco praticatogli nel tentativo di rianimarlo. A raccontarlo è stato un operatore del servizio ambulanze dell’ospedale di Salekhard, nella regione artica russa, il quale ha anche confermato che la salma si trova nell’obitorio di quel nosocomio, dove ieri alla madre e al suo avvocato period stato negato l’accesso dopo che qualcuno li aveva frettolosamente informati che il decesso period legato advert una “sindrome da morte improvvisa”. Dalla Germania intanto il giornale popolare Bild lancia l’ipotesi, senza tuttavia citare fonti dirette, che l’oppositore sia deceduto “forse poco prima di una sua possibile liberazione” nell’ambito di uno “scambio di detenuti” tra Usa, Russia e Germania. La sua morte, insomma, avrebbe mandato all’aria un piano a cui Vladimir Putin aveva accennato in una recente intervista con il giornalista americano ed ex volto di Fox Information Tucker Carlson.
Il presidente russo, scrive il giornale tedesco, voleva riavere un agente che aveva sparato a un oppositore a Berlino nel 2019. E “si parlava della possibilità che Putin, in cambio, rilasciasse Navalny”. Da tempo, inoltre, si discute di un possibile scambio di prigionieri tra Mosca e Washington, che chiede il rilascio dell’ex marine Paul Whelan e del giornalista Evan Gershkovich, entrambi detenuti nelle carceri russe con accuse di spionaggio. La tesi di Bild, tutta da confermare, sarebbe in contrasto con la ricostruzione del workforce di Navalny, che ieri ha accusato apertamente le autorità di Mosca di avere commesso “un omicidio pianificato”. Mentre diversi chief occidentali hanno chiamato in causa direttamente Putin, come ha fatto nuovamente nelle ultime ore il presidente americano Joe Biden. L’ambasciatrice americana in Russia, Lynne Tracy, si è unita tra l’altro alle centinaia di russi che hanno deposto fiori in omaggio a Navalny davanti alla Lubyanka, l’ex sede del Kgb sovietico e ora dei servizi d’intelligence Fsb. “Oggi piangiamo la morte di Alexei Navalny e di altre vittime della repressione politica in Russia”, ha scritto l’ambasciata sul suo account Telegram. Ieri sera anche l’ambasciatore britannico aveva deposto fiori sullo stesso luogo in memoria dell’oppositore scomparso. Sono circa 400 invece – secondo la ong Ovd-Information, che si occupa dell’assistenza legale ai detenuti – i cittadini fermati durante manifestazioni di cordoglio svoltesi negli ultimi tre giorni in oltre 30 città russe. Di questi, circa 130 sono già stati rilasciati senza essere incriminati.
Anche oggi, secondo quanto ha constatato l’ANSA sul posto, molti moscoviti si sono messi in fila per lasciare omaggi floreali ai piedi del Muro del Dolore, un monumento dedicato alle vittime della repressione sovietica. La polizia si è limitata a transennare la piazza per regolare l’accesso, controllando borse e zaini di chi voleva avvicinarsi al monumento. In assenza per ora di comunicazioni ufficiali sulle circostanze della morte di Navalny, nella colonia penale IK-3 nel distretto artico di Yamalo-Nenets, la testata dell’opposizione Novaya Gazeta ha riferito la testimonianza di un addetto dei servizi di pronto soccorso dell’ospedale di Salekhard, capoluogo del distretto. Dopo aver confermato che il corpo si trova nell’obitorio di quel nosocomio, la fonte ha parlato di “lividi”, senza collegarli però necessariamente a possibili atti di violenza. “Tali lividi – ha detto l’operatore – appaiono in seguito a convulsioni. La persona è scossa da convulsioni, cercano di contenerla, e così compaiono i segni”. La fonte ha parlato poi in particolare di un livido sul petto: “E’ qualcosa – ha detto – che appare per un massaggio cardiaco. Vale a dire che hanno cercato di rianimarlo, ma è morto, molto probabilmente per arresto cardiaco. Ma sulla causa dell’arresto nessuno cube niente”, ha sottolineato la stessa fonte, facendo sapere che per il momento non è stata eseguita un’autopsia. Domani intanto la moglie dell’ormai ex dissidente russo, Yulia Navalnaya, è stata invitata a partecipare a Bruxelles al Consiglio Affari Esteri dell’Ue. “I ministri dell’Ue invieranno un forte messaggio di sostegno ai combattenti per la libertà in Russia e onoreranno la memoria di Alexei Navalny”, ha scritto su X l’alto rappresentante Josep Borrell. “Le sue parole aiuteranno tutti noi europei a comprendere ancora meglio quale tipo di violento sistema dobbiamo fronteggiare e arginare in Ucraina”, ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo cui Navalny “ha sfidato il sistema russo ed è stato ucciso dopo anni di persecuzione ingiusta e incivile”.